LA STOCCATA DI GUERRA

Dicono che lo sport serva a interrompere le guerre. Balle da bacio al cioccolato con nocciola. A Milano, viste scene sgradevoli nel Mondiale di scherma: fasi finali di sciabola femminile, Olga Kharlan, ucraina, ha battuto, 15 a 7, Anna Smirnova, russa, ma la stoccata successiva è stata la più sporca che si potesse immaginare.

La plurimedagliata Olga ha, come sfida perfida, esposto la sciabola, puntandola contro la rivale, invece di offrire la mano per il saluto di rito: l’arbitro della contesa non ha fatto una piega, ha accettato la scena e nemmeno ha ammonito la provocatrice. La russa Anna, stranita, prima ha portato la mano al petto come colpita al cuore, poi ha preso una sedia e si è accomodata sulla pedana per minuti 45 in sciopero bianco, i giudici si sono riuniti, hanno consultato i testi sacri della disciplina e provveduto alla squalifica della vincitrice, come appunto regolamento impone.

Non si fa così in uno sport che, dicono, insegni la correttezza, incanalando gli istinti e controllando i movimenti, così gestendo le emozioni e la tensione. Ma di mezzo c’è il luogo di nascita della Kharlan, trattasi di Mykolaiv, insignita degli onori di “Città Eroe del’Ucraina” per celebrare l’impresa, l’eroismo di massa e la resilienza dei cittadini, mostrati durante l’aggressione armata russa.

C’era dunque un sospeso da regolare in pedana? Olga Kharlan sostiene di essere stata autorizzata al saluto con la lama della sciabola (tesi abbastanza audace), in suo supporto si è esposto il fidanzato foggiano, Luigi Samele, schermidore azzurro: ”… mi vergogno di far parte di questo sistema, un sistema dove la prepotenza vince sull’onestà, un sistema dove le regole sono fatte da pochi per pochi, un sistema dove chi ti può aiutare non aspetta altro che il tuo fallimento…”. E’ sembrata quasi una riedizione di Roberto Saviano sciabolatore.

Altro colpo si teatro dalla Federazione ucraina di scherma, che addirittura ha insinuato un complotto degli stessi giudici: ”Hanno sorteggiato due ucraine contro due russe, non è una coincidenza”.

Ora tutta la squadra rischia la squalifica, l’affare si ingrossa, fioretto, sciabola e spada al posto di tank e missili, lo sport rilancia la sfida tra Kiev e Mosca. La storia è acida, sfiora l’ipocrisia ridicola, si aprono dibattiti, scendono in pedana fiancheggiatori, negazionisti, putiniani. Interverrà la Nato?

Mi viene in mente Clint Eastwood: quando una schermitrice russa incontra un’ucraina con la sciabola, la russa è una donna morta, ma l’ucraina è squalificata. Per un pugno di medaglie.

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