LA RAI PUNTA SUL FUTURO: COSTANZO, ISOARDI, DIACO…

Messa cantata con tutte le carte in regola, come dovessero annunciare lo sbarco su Marte. In realtà è la solita presentazione dei prossimi programmi Rai, quando riaprirà dopo le ferie (come noto, per luglio e agosto più che ricicciare Montalbano non ce la fanno proprio, sono sfiancati da troppo lavoro creativo).

“Nuovi programmi e nuove forme di comunicazione, per una visione del Paese e dell’azienda che guarda al futuro”. Così l’amministratore delegato Carlo Fuortes.

Sì Fuortes, sì.

E noi che abbiamo l’anello al naso dobbiamo anche bercela. Ma faccia il piacere. Scendendo nel dettaglio, l’azienda che guarda al futuro ci ripresenta una galleria di solite facce, con le punte di diamante – parlando sempre del futuro – di Maurizio Costanzo, della Isoardi, di Diaco, solo per non fare una lista troppo lunga. Ripescata pure la Marcuzzi. Se ne sentiva la mancanza. Ma a quelli che vengono allontanati da Mediaset bisognerà pur dare una seconda possibilità. Prossimamente la D’Urso. Mai dire mai.

Faccia il piacere, signor Fuortes. Si risparmi il fiato e ci risparmi la recita. Siete tutti lì per raccontarci una verità parallela e surreale, parlate di qualità e meritocrazia come foste veri, ma tutti noi sappiamo anche troppo bene perchè siete lì, grazie a chi siete lì, a fare cosa. Il vero problema è che lo fate a spese nostre, di noi contribuenti. Ogni anno dobbiamo coprire le voragini dei deficit e dei debiti che accumulate con sadismo seriale, uno dopo l’altro, di qualsiasi colore siate e a qualunque partito dobbiate rispondere. Senza la minima speranza che un giorno davvero le cose possano cambiare, introducendo un nuovo metodo, un metodo che anche solo timidamente possa cominciare a inseguire la qualità, l’innovazione, il merito.

E allora. Si metta tranquillo, signor Fuortes. E con lei la sua cerchia, e con lei chi ce l’ha messa. Non c’è bisogno di presentare la programmazione del futuro, perchè è sempre uguale a quella del passato. Conosciamo già tutto. Se non è la Venier è Damilano, se non è la zia Bianca è la Ventura. Salvo poi aggrapparsi disperatamente a Sanremo e a Don Matteo per recuperare qualche punto percentuale, per dire quanto c’è di futuro nelle vostre geniali ideazioni.

Nessuna presentazione streaming, nessuna chiacchiera megalomane potrà cambiare il destino e la realtà. La Rai è conciata male e chi deve curarla sta messo peggio di lei. Noi piccoli azionisti del canone fisso non abbiamo la possibilità di incidere sul cambiamento. Dobbiamo assistere e subire. A pagamento. Ci ridate Costanzo e la Isoardi, sopporteremo anche questo. Almeno, non stateci a dire che è il futuro. Se lo è, fateci scendere prima di partire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *