La vita ci obbliga a continui cambiamenti e tali adattamenti possono risultare gravosi. Anche per questo possono comparire atteggiamenti di nostalgia, per qualcosa di cui siamo consapevoli che non c’è più nella nostra esistenza. D’altro canto, l’esperienza di perdita è assolutamente inevitabile per ciascuno di noi.
Tuttavia, anche se in passato veniva considerata una forma di maladattamento se non una vera e propria psicopatologia, oggi si riconosce che sul piano più profondo la nostalgia svolge una funzione positiva e può rappresentare un rinforzo positivo per promuovere un cambiamento. In quanto espressione di un legame, la nostalgia può essere considerata una risorsa in grado di superare l’inerzia psichica per promuovere un cambiamento.
La nostalgia stimola dunque il desiderio, muove all’azione e nonostante sembri il contrario, ci mette in sintonia col presente. Quello che invece non aiuta è il rimpianto, una forma di nostalgia stagnante, che è paralizzante, ci costringe ad essere bloccati nel passato e talvolta può indurre depressione.
Per quanto a prima vista possa risultare strano, la nostalgia è una delle espressioni della nostra voglia di vivere. Essa può aiutare a ricreare, sotto nuove forme, ciò che ci ha fatto star bene. L’accettazione non è necessariamente una resa. Coltivare la nostalgia ci orienta e rafforza la nostra ricerca di senso; serve a connettere passato, presente e futuro, esalta il valore di alcuni momenti vissuti. Per questo, è un sentimento che in ogni epoca ha affascinato poeti e artisti, che hanno sempre saputo che prova nostalgia solo chi ama.
Per gli spiriti forti, per chi non teme di esplorare il difficile rapporto tra bellezza e angoscia, non posso che consigliare il film “Nostalghia” del grande regista russo Andrej Tarkovskij, ambientato a Bagno Vignoni, l’unico paese al mondo la cui piazza è costituita da una grande vasca termale.
Invece, per finire scherzando, si può citare un vecchio slogan pubblicitario: contro il logorio della vita moderna, usa la nostalgia (a giuste dosi).
Ciao Alberto,ho un problema io che continuo a ripensare alla nostra piazza San Vitale? Un abbraccio.
Ciao Peppe. Fortunati noi che abbiamo tanti bei ricordi