Tutto si può dire, ma non che i recenti disastri capitati in Sicilia siano eventi eccezionali o poco prevedili; il paravento dei cambiamenti climatici non può in alcun modo giustificare il disastro che la Sicilia, noi siciliani e i moltissimi turisti ospiti nell’Isola stanno vivendo.
Eppure la Sicilia non può lamentare deficit di rappresentanza politica.
La Sicilia ha dato i natali ai seguenti attuali rappresentanti delle Istituzioni dello Stato:
Presidente della Repubblica;
Presidente del Senato;
Ministro della Protezione civile (che è stato presidente della Regione nei precedenti 5 anni);
Ministro delle Attività produttive;
Presidente della Regione (già presidente del Senato).
I soggetti elencati sono stati artefici, diretti o indiretti, della nomina di una classe dirigente palesemente inadeguata, ma perfettamente obbediente.
Di contro in Sicilia mancano (in ordine casuale):
L’acqua corrente;
L’energia elettrica;
Gli aeroporti che funzionano;
Una rete viaria e ferroviaria degna di questo nome;
Un sistema di raccolta rifiuti;
Un piano antincendi.
Le infrastrutture necessarie al sistema produttivo.
La situazione è sfuggita di mano, ma imprecare e dare la colpa agli eventi eccezionali è ipocrita e fuorviante.
Da anni la Sicilia si trova al centro di eventi meteo, soprattutto in estate, sempre più estremi, eppure nessuno, in nessun settore, ha messo in atto piani di prevenzione ed intervento in grado di poter mitigare danni e disagi alla popolazione.
I media nazionali si occupano marginalmente della situazione, eppure in una città come Catania (quasi un milione di persone, provincia compresa) mancano l’acqua e la luce da una settimana, l’aeroporto è andato in tilt per un incendio di cui non si conosce entità (tanto meno la data di riapertura), mezza città e provincia sono sotto l’assedio degli incendi, le autostrade Catania/Palermo, Catania/Messina e Catania/Siracusa sono chiuse a intermittenza perché il fuoco le invade. E mi fermo per amor di Patria.
Non è la tempesta perfetta; è il risultato di inefficienza, inadeguatezza e pressapochismo.
Nei paesi arabi, quelli moderni, le temperature per mesi sono stabilmente sopra i 50 gradi, ma non si segnalano distacchi di luce o acqua.
Ma sono sicuro che passata la buriana tutto procederà come prima.
In un paese civile, un minuto dopo la cessazione dell’emergenza, ci dovrebbero essere dimissioni di massa, di responsabili, corresponsabili, ignavi, complici, semplici lacchè e pseudocontrollori.
Ma da noi non accadrà.
Non accadrà neanche alcun tipo di protesta che pretenderà le dimissioni degli addetti ai lavori.
Le uniche dimissioni, già presentate da tempo, sono le nostre, da cittadini: ormai siamo conniventi.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa scriveva che il siciliano si muove in equilibrio tra cinica realtà e rassegnazione, temo che la seconda opzione sia ormai prevalente,
Tra l’altro noi non siamo né francesi, né inglesi (ctz. S. Scalisi ), e non ci sogniamo nemmeno lontanamente di pretendere da chi ci governa il minimo sindacale in termini di efficienza.
Tant’è.