Dev’essere l’evoluzione della specie. In piena democrazia evoluta – si fa per dire – stiamo passando dal partito azienda al partito famiglia. Ovviamente nell’indifferenza generale, o per meglio dire nel silenzio-assenso di chi nel partito vive. Affari loro, certamente. Se sono felici così, è bene sia così.
Dev’essere per questo che la Meloni, dall’alto delle sue percentuali nei sondaggi, continua a personalizzare Fratelli d’Italia, già dal nome qualcosa di evocativo a livello familiare, allargando il potere della sua famiglia. O della sua famiglia nel potere.
Dopo aver piazzato il loquace e facondo Lollobrigida al ministero dell’Agricoltura, senza che nessuno abbia mai capito bene che cosa c’entri con mais e bietole, siamo al passo successivo: la sorella Arianna, peraltro moglie del Lollo stesso, è la nuova capa del settore tessere, diventato nevralgico con il boom dell’ultimo anno. Di fatto, le riunioni al vertice di Fratelli d’Italia saranno convocate attorno al tavolo del salotto Meloni, come a Natale e a Ferragosto, con panettone e cocomero, Fratelli d’Italia ma soprattutto Sorelle e Cognati d’Italia.
E dire che molta Italia faceva del facile sarcasmo su partito azienda del compianto Silvio. Siamo già molto più in là. La democrazia italiana si evolve. Però zitti e muti: sono faccende interne al partito. Contenti gli iscritti, contenti gli elettori, contenti tutti. Pronti ad allargarsi ai nipoti.