LA MEGLIO GIOVENTU’ E’ MATTEO PHILIPPE (MATTARELLA, SEGNATI QUESTO NOME)

Matteo Philippe non è che la sappia lunga o più lunga degli altri. È un diciassettenne piemontese che vorrebbe semplicemente frequentare il proprio Liceo, studiare e poi tuffarsi nella vita, università e quel che sarà.

Non è che la sappia più lunga, solo piglia il treno tutte le mattine, ogni due per tre il treno è in ritardo e alla fine in ritardo ci finisce pure lui, a scuola. Capirai il dramma, penseranno un bel po’ di coetanei, goditi l’insperato bonus di sonnellino mattutino e chi s’è visto s’è visto. Mica è colpa tua in fondo, penseranno, hai pure la giustifica inattaccabile servita su un piatto d’argento.

Ma lui no, Matteo Philippe pensa che non sia giusto, che le cose dovrebbero funzionare diversamente, che lui vorrebbe arrivare a scuola puntuale tutti i giorni e lo stesso dovrebbe valere per tutti i lavoratori che stanno sul treno con lui la mattina presto.

E allora che fa? Si agita, scrive, si fa portavoce della protesta e sempre i soliti continueranno a pensare chi glielo fa fare. Ma lui è così, già a diciassette anni, come in realtà dovrebbe essere sempre a diciassette anni, non ci sta e denuncia l’ingiustizia.

“Sono Matteo Philippe, ho 17 anni e sono di Casale Monferrato. Frequento il Liceo Plana ad Alessandria, classe quarta.

Per andarci, prendo tutte le mattine il treno, che è perennemente in ritardo (un’ora) o cancellato, almeno due volte a settimana.

In questo inizio anno, si è raggiunto l’apice della decadenza: già prima, la situazione (so di cosa parlo prendendo il treno da 4 anni) lasciava a desiderare ma ora, grazie a Trenitalia, sono riuscito a totalizzare 6 ritardi in appena 3 mesi e mezzo di scuola… in realtà, sarebbero molti di più ma alcune volte mio padre è riuscito a portami.

Abbonamento di 25 euro a settimana, non proprio poco, sempre pagato (ho ancora le mail per verificare).

Per questo motivo ho creato una petizione su change.org: io e gli altri pendolari casalesi smetteremo di mostrare il biglietto/abbonamento per protestare contro questa situazione che va avanti da tantissimo tempo a Casale Monferrato, città dove tantissime tratte sono state rimosse e dove quelle ancora presenti “funzionicchiano”.

Saranno le superperformanti ed extra green macchine elettriche a salvarci? Mi farebbe molto piacere che questo problema potesse avere risonanza mediatica e quindi vi chiedo aiuto: queste situazioni di carenza dei servizi sono il simbolo di uno Stato in cui c’è carenza di volontà, quella reale”.

Conviene calarsi nella fredda e rigida realtà della provincia italiana, la fredda e rigida realtà delle 6.45 del mattino, quando infili le mani in tasca e cominci a battere i piedi per terra, alternati, lo sguardo ben piantato sul cemento e ogni sessanta secondi lo alzi verso l’orizzonte sperando di scorgere il convoglio fantasma.

Non proprio il Frecciarossa di Lollobrigida e nemmeno l’auto ministeriale che accorre in soccorso e che sfreccia prepotente con tanto di lampeggiante. Semmai l’auto del papà che nei giorni disperati fa il servizio speciale, solo che in questo caso il treno nemmeno l’hai preso e anche ammesso che l’avessi preso chi ammetterebbe l’urgenza di un trasporto alternativo per qualche studente e una manciata di operai?

Invece sta tutta qui la civiltà. Riconoscere la bella gioventù (presidente Mattarella, si segni questo nome, quando deve consegnare miriadi di benemerenze al valor civile), la bella gioventù che vuole semplicemente fare il proprio dovere e non solo non si nasconde, non solo non si rassegna, ma ci mette voce, carta, penna, e si ribella. Riconoscere che l’operaio, il lavoratore, lo studente ogni giorno non affrontano un impegno meno importante del ministro in rappresentanza, al contrario.

Eppure, se esiste un DNA sano e costitutivo dell’Italia come dovrebbe essere, sta tutto lì, a bordo di quel dannato treno con il vizio del ritardo, per il quale non c’è mai rimedio, per il quale non c’è mai un provvedimento d’urgenza e nemmeno qualcuno che provi un po’ di vergogna.

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