LA COTENNA DEL TG: DAI VECCHI UCRAINI SEPOLTI VIVI ALLE CRETINATE DELLA REAL CASA

A proposito della cultura del voltapagina, a proposito della cultura della rimozione, a proposito di certa informazione, a proposito di RAI1.

Telegiornale delle ore Venti, il telegiornale nazionale e popolare per eccellenza, o per blasone, che non significa più nulla ma forse sì, come vedremo. A un certo punto il servizio di rito dall’Ucraina, toccante, un po’ invadente, ma vero e lacerante. Persone anziane che vivono sottoterra, senza più nulla se non i ricordi e le speranze di un tempo, non certo quelle di oggi.

Occhi vivi eppure vitrei, lontani, sgomenti e ormai nemmeno più increduli. Rassegnati. Una delle tante piccole comunità nella comunità, che mai avrebbe pensato di finire i propri giorni in questo modo.

Finisce il servizio, si volta pagina e cosa appare se non il rituale, scintillante, luccicante filmato sulle imprescindibili questioni della servitù della real casa inglese? Nemmeno ricordo quali siano le questioni in realtà, perché il pensiero e gli occhi si annebbiano, forse un po’ vitrei a loro volta.

Davvero si può promuovere l’impietoso confronto, l’impietosa sequenza, senza critica etica, senza cura dei piani di rilevanza, di rispetto, di umanità?

Anche il cielo pare schierato, nei due servizi, plumbeo e grigio da una parte, assolato e terso dall’altra. O forse è la mia memoria che vuole a tutti i costi dipingerlo così, ammezzato e crudele pure lui.

Lo sappiamo, funziona così, in TV come sui giornali. Lo sfarzo e il superfluo subito dopo la tragedia e la fame, il più efferato e crudele dei delitti, la più tragica delle sciagure a incorniciare la pubblicità dei gioielli.

Lo sappiamo, per quanto ingenui, ma si può dissentire. Si può dire che tutto questo fa schifo e non dobbiamo darlo per scontato e considerarlo inevitabile.

E sarebbe sano continuare a dirlo, fino alla fine, anche se sappiamo che sarà inutile, anche se sappiamo che la guerra è già persa.

Ma c’è modo e modo di uscirne sconfitti.

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