INFANTINO PUO’

Che male c’è? La passione è passione. Basta con l’ipocrisia, con il politicamente corretto, con i formalismi d’accatto, anche i presidenti non solo hanno un’anima ma anche un cuore e, soprattutto, una fede: nerazzurra, eventualmente. Come il soggetto in questione, Gianni Infantino, il presidente della FIFA – casualmente l’organismo mondiale del calcio – che nel dopo-finale di Istambul ha postato una foto con la didascalia “Amala”, seguita da un cuore nero e uno azzurro.

La notizia, o meglio il tweet, ha fatto il giro del mondo sui social, diventando in pochi minuti virale. La fede del presidente della FIFA, come scrive il sito “onefootball.com”, era nota da tempo, poco dopo la sua elezione nel 2016 aveva dichiarato: “Sempre interista? Sì, sempre! Sono quei virus che ti prendi da bambino. Mio padre era interista ed era presente da tifoso alle finali di Coppa dei Campioni degli anni ‘60″.

Funziona così, la passione va condivisa e dichiarata, possibilmente resa pubblica, anche se si è a capo del governo mondiale del calcio. Basta con il bon ton, con questo atteggiamento perbenista e mieloso. Proud to be interista! Lo sanno tutti? Meglio ricordarlo, rammentarlo: io sono interista e che diamine! Tanto ogni presidente ha la propria fede calcistica, ogni giornalista, ogni politico o banchiere in fondo in fondo ha i propri colori e i propri dolori. Essere interisti non è un reato: è semmai un atto d’amore. Amala è un invito, un consiglio, un’indicazione etica e morale. E se per puro caso avesse tifato Juventus?…

Ecco sì, se Infantino fosse stato juventino milanista romanista o napolista, come l’avremmo presa? Apriti cielo. La mente è aperta solo per chi fa parte del proprio giardino, del proprio circolo. I vari Lerner, Bonolis e Severgnini, Serra o Vecchioni cosa avrebbero insinuato nei salottini adeguati. A proposito: Juve Milan Roma Lazio Fiorentina Napoli Atalanta o chi volete voi, e per cantarla proprio con Roberto Vecchioni: forse non lo sai ma pure questi sono amori.