IL WEB E’ NUDO

William Shakespeare diceva: “Se il denaro scorre veloce, tutte le porte si aprono”.

Una verità assoluta che negli anni si è estesa anche a portoni, portiere, cancelli e saracinesche. Il caos mediatico scatenatosi attorno a Twitch, piattaforma streaming in diretta, ne è l’esempio più recente.

Com’è ormai risaputo, piattaforme come Twitch o YouTube hanno delle regole ben ferree sui contenuti espliciti. Un divieto sacrosanto, considerando che tali mondi sono popolati in larga scala da bambini di tutte le età.

Ma, negli ultimi giorni, Twitch ha modificato le sue norme, rivedendo alcune posizioni e consentendo, di fatto, il cosiddetto “nudo artistico”, perché chiamarlo contenuto pornografico sarebbe risultato volgare.

Un cambio repentino di marcia avvenuto a breve distanza dal topless di Morgpie, divenuto in pochissimo tempo virale. Ed è proprio quell’episodio che ha spinto la piattaforma viola ad ammorbidirsi, intravedendo nei contenuti con riferimenti sessuali un’ulteriore fonte di guadagno sicuro. E quindi al diavolo norme, regole e valori morali.

Ma, com’era prevedibile, tanti hanno interpretato in modo un po’ troppo libertino le licenze concesse, e Twitch si è riempito di ragazze nude, artisti furry e altre immagini NSFW. Insomma: aperta la diga, l’acqua ha iniziato a fluire.

In due giorni Twitch si è trasformato in un OnlyFans animato, e i moderatori sono stati costretti a bannare decine di art streamer per i contenuti troppo espliciti, decidendo dunque di fare un passo indietro e ripristinando la regole precedenti.

Ora, tralasciando il fatto che i gestori si siano messi a fare parkour con le loro linee guida pur di fare soldi, trovo francamente impressionante come, in sole 48 ore, tantissimi utenti abbiano dato sfogo alla loro creatività sessuale.

Come se non vedessero l’ora, come se si sentissero in gabbia con la policy precedente.

Comprendo l’esigenza di aumentare facilmente visual e guadagni da parte di direzione e utenza – facendo leva sui tanti guardoni del web – ma siamo oltre ogni immaginazione.

Twitch nasce per offrire dirette e contenuti dedicati al mondo videoludico e alle competizioni eSports. Non ha nulla a che vedere con il “nudo artistico”.

Se proprio si intende allargare il bacino d’utenza, basterebbe creare una sessione dedicata con un bel 18+ a caratteri cubitali, dove per accedere non basta un tag ma un vero e proprio riconoscimento dell’utente, che si presenta con un documento registrato e soprattutto la maggiore età. E così si metterebbe la parola fine a questa tarantella.

Tanto si è capito che la volontà è quella di incrementare i guadagni sfruttando la facile disinibizione dei creator e i tanti utenti con gli ormoni a palla. Ma non è la scoperta del secolo, questa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *