IL VERO DRAMMA NASCOSTO NELLA PESCA DELLA BIMBA ESSELUNGA

Tutti, esperti o no, stanno commentando la pubblicità della Esselunga in cui una bambina regala al padre una pesca, fingendo che sia un regalo della madre, perchè si rimettano insieme.

A me è piaciuta, è molto ben fatta e, visto che se ne parla tanto, è sicuramente molto efficace per gli scopi per cui è stata ideata. Ma non è questo il punto.

Nella scelta furba degli ideatori del cortometraggio si è preferito che la bambina prendesse con le mani il frutto e lo acquistasse così. Scelta sicuramente di maggiore impatto visivo ma, così facendo, ancora una volta non si è affrontato il vero dramma che milioni d’italiani vivono ogni giorno nei supermercati.

Infatti, persino persone pluri-laureate come me impiegano lunghi secondi, a volte perfino minuti, per indossare i guanti e aprire le buste di plastica in cui riporre frutta e verdura. Ciò avviene sempre mentre, a pochi metri di distanza, un addetto del negozio allarga con facilità e in pochi secondi decine di sacchetti. E ti guarda pure con aria di superiorità.

Andare al supermercato per me e altri sciagurati comporta essere sottoposti imbarazzati a questo rituale che serve solo a dimostrare la nostra imbecillità. Quasi sempre, dopo aver impiegato un sacco di tempo alle prese solo con un sacchetto, scelgo di acquistare frutta e verdura preconfezionata e preincartata, pagandola certamente il doppio ma potendo fuggire velocemente dal settore degli ortofrutticoli.

Ebbene, di questa autentica sciagura del nostro tempo nessuno parla. Capisco l’esigenze di igiene e di salvaguardia ecologica, ma non si possono inventare sacchetti che si aprono subito? Perché se afferri un guanto poi devi scoprire che ce ne sono uniti tanti anzi parecchi? Che effetti avrà sulla nostra psiche essere sottoposti pubblicamente a questa umiliazione? Chi è che vuole attentare alla nostra autostima?

Liberi giornalisti, parlate di questo, se avete coraggio…

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