GRAVINA E MANCINI, UNA PENOSA FINE DA TOTTI E ILARY

Nemmeno una pesca. Si va in tribunale.

Finisce ai materassi la storia tra Gravina e Mancini, zitelle d’Italia si stringono a coorte son pronte alla morte. La fuga saudita può costare al bell’uomo delle Marche e delle marchette: la Federcalcio nostrana, brava ma lenta, si è infine accorta di essere stata presa per il bavero o qualcosa giù di lì. Il voltafaccia, sempre che la siffatta esista, non è stata gradita, dopo i primi mormorii il presidente federale s’è desto, l’ufficio legale sta studiando le carte per avanzare richiesta danni, contabili e di immagine, non si può calpestare così la storia di un sistema che fa acqua da tutte le parti ma vanta trofei, l’ultimo dei quali proprio grazie al fuggitivo e presumo, appunto, che Mancini Roberto non abbia problema alcuno a tirare fuori la mancia per pagare l’eventuale multa.

Ma è l’intera vicenda a riscattare Mario Merola e affini, una sceneggiata nella quale i cittì so’ pezzi ‘e core fino a un certo punto, quando si sente il profumo dei soldi ognuno bada all’interesse proprio, anche se l’eleganza avrebbe dovuto suggerire comportamenti e annunci diversi. Sarà comunque interessante assistere al confronto delle parti, dinanzi a un giudice si presenteranno Gabriele&Roberto come in un Forum della Palombelli, pronti a dirsele, in attesa del verdetto. Restate con loro. Segue pubblicità.

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