IL SENSO DI COLPA E’ COME IL VINO: FA BENE, CON MODERAZIONE

Il senso di colpa è considerato talvolta uno dei massimi nemici del benessere in Occidente. Certamente, anche due millenni di cattolicesimo hanno la loro parte di responsabilità. Per non parlare della secolare sessuofobia, che si sta attenuando solo in tempi recenti.

Anche tra chi si rivolge alla psicoterapia, non è raro trovare situazioni in cui sono proprio i sensi di colpa eccessivi a provocare un malessere duraturo. Nelle condizioni più gravi i sensi di colpa possono indurre blocchi e vere paralisi esistenziali. Genitori che si sentono in colpa per gli insuccessi dei figli, figli che si colpevolizzano per la morte dei cari. Ci sono anche fidanzati che si colpevolizzano per i tradimenti subiti (anche se le dinamiche di coppia sono un universo speciale che merita un approfondimento a parte).

In questi casi, il compito è riportare nella giusta misura il proprio ruolo. Con le persone più disponibili all’introspezione, è possibile anche far intravedere le latenti fantasie di onnipotenza che si nascondono dietro un eccesso di colpa.

In ogni caso, chiarisco come “il senno di poi” sia un’invenzione falsa. E’ ovvio che con altre informazioni, quelle che la vita ci riserva solo dopo una determinata azione o giudizio, avremmo fatto scelte diverse. Dannarsi per delle conseguenza assolutamente imprevedibili non ha senso. Conta molto di più la buonafede, laddove non c’era una volontaria attitudine maligna, e accettare che, pur con i nostri limiti, ci abbiamo provato, nella direzione che ci pareva la migliore. Si deve accettare il dolore, riconoscendo che non ha necessariamente origine in una negligenza o un torto. E’ saggio ammettere che non abbiamo potere assoluto né sulla nostra vita né su quella dei nostri cari.

Però, basta demonizzare il senso di colpa. Non sarebbe infatti un mondo migliore quello in cui non si provasse mai senso di colpa. Non sarebbe giusto non inorridire mai per le proprie azioni, incluse quelle più terribili. La colpa, infatti, è legata alla responsabilità: si tratta di un binomio inscindibile. Chi non prova mai colpa, non ha il senso della propria responsabilità, come persona e come cittadino.

Allora, sentiamoci pure in colpa, ma con moderazione.

Un pensiero su “IL SENSO DI COLPA E’ COME IL VINO: FA BENE, CON MODERAZIONE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Io continuo ad evocarlo il senso di colpa, come un medicamento morale. Non quello che si impossessa dell’emotività e crea incertezza, frustrazione. Ma quello sano e benedetto che ci ridimensione, che ci richiama all’ordine, che permea il nostro cuore di empatia. Quello che ci si para davanti come un amico e che ci fa comprendere ad un tempo i nostri limiti e quanto possano influire sugli altri. Ne parlano sempre male, è vero, della colpa. Per me è un elisir di maturità, un mezzo necessario. Dobbiamo solo ricordare che nessuno è scevro da colpe, che sono davanti a noi per migliorarci, che non sentirle fa male a noi e alle nostre relazioni umane. Penso a tutti quei giovani che, nel loro marasma emotivo, non sanno distinguere i loro stessi sentimenti, ed il senso di colpa lo confondono con la violenza, con l’inettitudine. Sapessero degli intrighi emotivi e subdoli che li abitano, sapessero farli parlare con i loro meccanismi di difesa, con le loro colpe in quanto motore di un cambiamento personale. Ma è difficile, almeno quanto è difficile dar loro un aiuto concreto.

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