Parlando dello sferragliare di cervelli che hanno avviato per riformare la Champions, questa la sua uscita migliore:
“Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla Champions. Giusto o meno, penso poi alla Roma, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell’Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori. Con tutte le conseguenze del caso a livello economico. Bisogna proteggere gli investimenti”.
Siamo sempre lì: questione di punti di vista. Mezzo mondo ritiene romantico e comunque bellissimo che almeno nello sport gli ultimi ogni tanto riescano a fare una capatina tra i primi, puntando solamente sulle proprie capacità e le proprie forze, senza godere delle rendite di eredità e casati.
Il giovane Agnelli, che come ciascuno sa si è fatto tutto da solo, è stranamente di opinione diversa. Liberissimo.
Ma mentre pensa a come giocarsela solo tra nobili e aristocratici, bisognerà che trovi almeno un attimo per rispondere anche ai suoi azionisti: proprio l’altro giorno la Juventus si è vista buttata fuori dal Ftse Mib della Borsa, un altro circolo molto esclusivo, che racchiude le quaranta maggiori società italiane. Retrocessa nella serie B, che a Piazza Affari si chiama Mid Cap.
Rimangono campi, nella vita, in cui non contano solo glorie, blasoni, sangui blu. Contano i risultati.