IL DISGUSTO DI SEDERE A TAVOLA CON GAY E DISABILI (ULTIMA ORA: SUICIDA LA TITOLARE)

A riprova dell’ingombro provocato da tutto quello che è fuori norma, qualche giorno fa è arrivata la notizia di una franca e finalmente sincera recensione di un ristorante di Sant’Angelo Lodigiano da parte di un cliente diciamo infastidito, approssimando per difetto.

Scrive, il recensore: “Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay, non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà, mi spiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più”.

Come si vede, siamo di fronte al candore e alla spontaneità assoluta, un’anima pura che finalmente dice quel che pensa e con il quale molti si troveranno d’accordo, pur non osando ammetterlo, in quanto anime torbide e pavide.

Quel meticoloso cliente sarà qualcuno certamente favorevole ai tagli per le sovvenzioni ai disabili, perché meno sovvenzioni significano meno svaghi, altro che pizze e ristoranti. Conta l’essenziale, che nella fattispecie consiste nello starsene a casa e non intasare e deturpare i pubblici esercizi dove la norma è l’ospite più gradito. Andrebbe detto e qualcuno ha gli attributi per dirlo finalmente.

Sui tagli agli omosessuali non saprei, non degli attributi, a proposito, perché credo che il nostro normocliente sia convinto che già non ci siano. Bisognerà inventarsi qualcosa di nuovo e creativo, ma arriverà, l’importante è non mollare e figurarsi una via, possibilmente un pensatore che metta ordine alle idee e anche alle virgole magari. Non proprio un Vannacci qualunque, piuttosto uno dal pedigree certificato e inattaccabile, un intellettuale vecchio stampo insomma, un normografo.

Per la cronaca, alla schietta recensione è seguita la risposta garbata e fiera dei ristoratori: “Egregio cliente, apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione, nonostante questo ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso il ragazzo in carrozzina… detto ciò, davanti a queste bassezze umane e di pessimo gusto credo che il nostro locale non faccia per lei. Non selezioniamo i nostri clienti in base ai loro gusti sessuali e men che meno per la disabilità. Le chiedo, gentilmente, di non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati. Cordiali saluti e buona serata”.

Come si può facilmente intendere però, siamo dalle parti di un facile e scontato politicamente corretto che fa giusto tenerezza e ormai ha fatto il suo tempo. Il progresso, l’innovazione, il nuovo ordine sociale viaggia spedito verso altri lidi che non prevedono debolezze, storpiature o semplicemente idee balzane.

La normocrazia cammina con noi e ci aiuterà a costruire il futuro. Eventualmente anche a levarci di torno, nel caso ci capitasse un incidente invalidante o di mettere al mondo uno sgorbio.

Splende il sole lassù e non si vedono nuvole all’orizzonte, un futuro luminoso ci attende. Andrà tutto bene.

 

CLAMOROSO AGGIORNAMENTO DELL’ULTIMA ORA

Il corpo senza vita di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano in cui è avvenuto l’episodio, oggetto di pesanti insinuazioni sui social (l’accusa è di essersi inventata tutto), è stato rinvenuto nelle acque del Lambro oggi pomeriggio nei pressi del ponte del comune lodigiano. L’allarme è scattato intorno alle 14 e sul posto sono subito accorsi carabinieri e vigili del fuoco, poi raggiunti dal pm in servizio e dagli uomini della Scientifica. L’ipotesi più accreditata al momento è quella del suicidio.

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