DE LAURENTIIS-GRATTERI E IL BIGLIETTO OMAGGIO ALL’ITALIANA

Toh, una pubblica autorità che rifiuta un omaggio. Fa di certo notizia. Immagino che molti abbiano avuto il mio istintivo moto di compiacimento, di soddisfazione. Bella l’adorabile retorica che ha motivato la scelta di Nicola Gratteri: “De Laurentiis mi ha mandato biglietti omaggio per una partita del Napoli perché sono il Procuratore della città, se fossi stato un operatore ecologico di certo non me li avrebbe spediti”.

Rettitudine pura, viene da credere. Poi, però… Poi però ci pensi su un attimo. Aurelione è il presidente del club da 20 anni, ha che fare con tutte le massime istituzioni cittadine e con i loro rappresentanti: sindaco, questore, presidente della provincia, della camera di commercio, forze dell’ordine, direttori di giornali, eccetera. Nel mio piccolo quando avevo ruoli di responsabilità a Tele+2 e a Mediaset, a Natale mandavo gli auguri a tutti i presidenti di serie A e B, all’AIA (Associazione Italiana Arbitri), all’AIC (il sindacato dei calciatori), ai direttori e colleghi pari grado delle riviste sportive eccetera. Non c’era intento di ingraziarseli né ruffianeria, perché il gesto non avrebbe mai precluso la mia libertà di espressione e pensiero: era una normale forma di civile convivenza, di cordialità. Magari anche di distensione se mai vi fossero stati attriti. E, confesso, non ho mai mandato gli auguri all’AMSA, l’azienda milanese dei servizi ambientali, né ai loro dignitosissimi spazzini che oggi sono operatori ecologici, appunto.

Credo che una figura integerrima non debba cedere a favoritismi e corruttibilità, così come credo che debba anche distinguere. C’è una bella differenza, per esempio, nel fare un omaggio aspettandosi qualcosa in cambio e il fare un omaggio e basta. L’integrità non si misura, come dice Gratteri, dal disporre “dei soldi per comprarmi un biglietto per la partita, anche se non sono mai stato in uno stadio in vita mia” e quindi nel restituire il regalo al mittente “tramite la mia segretaria”, come ha orgogliosamente sottolineato nella sua intervista a “Radio Kiss Kiss”.

L’integrità, la moralità, la rettitudine, si riferiscono a ben altri atteggiamenti. Mi dispiace, ma questo davvero non è un esempio di trasparenza: è piuttosto una questione di semplice educazione, di cui la riservatezza resta un iconico pilastro. Quindi, se il regalo di AdL lo ha offeso, Gratteri quei biglietti li poteva restituire e basta, con due righe (gentili) di spiegazione del rifiuto, scritte di suo pugno e non affidate a una segretaria.

“Penso che ognuno di noi per essere credibile debba anzitutto essere coerente”, ha concluso l’immacolato Gratteri, sulla cui nobiltà d’animo – per inciso – non discuto affatto. Tanto meno sulla sua coerenza professionale, nella difficile missione alla Procura di Napoli, dopo quella di Catanzaro. Ma per essere credibile, devi anche essere educato, dunque riservato. Così ci insegnano.

Persino la coerenza, caro Procuratore, è un’altra cosa. Sono amico da decenni di uno dei più importanti agenti di calcio in Europa: una volta un presidente di un grande club di serie A si comportò male con un giovane assistito di questo manager, illudendolo fino all’ultimo giorno di mercato per poi sbolognarlo a una squadra minore. Il mio amico immediatamente scrisse due righe, prese la tessera omaggio di tribuna d’onore di quel club (di cui è tifoso), chiuse tutto in una busta e la spedì al presidente. A tutt’oggi lo sappiamo io e pochi altri intimi.

Credo si faccia così, caro Gratteri: l’eroismo spicciolo sta nei piccoli gesti, non nelle fanfare ai microfoni di una radio.

Non sono stati eroici né il gesto del mio amico manager, né quello del procuratore di Napoli: il primo è stato semplicemente elegante, il secondo plateale. E gratuito, come i biglietti che gli aveva mandato De Laurentiis.

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