IL DELIRIO DELLE REGOLE DI NATALE

Il sospetto mi era già venuto, a dire il vero: mi aveva sfiorato il dubbio che la classe dirigente di questo povero, bistrattato Paese, non fosse precisamente all’altezza della situazione. La pletora di bizzarrie, una opposta all’altra, la miriade di decreti e decretini, di annunci e smentite, in materia di Covid, mi avevano rafforzato nell’idea che ci trovassimo nelle mani di un’accolita di dilettanti, più o meno allo sbaraglio.

Adesso, però, mi sono formato la convinzione che questi siano matti: non inadeguati e neppure incompetenti, matti duri. E che, proprio per questo, tirino matti noi: non siamo noi Italiani a essere disubbidienti, riottosi, incoscienti, ma sono loro a fare di tutto per mandarci al manicomio. Qui il complottismo non c’entra nulla: di fronte a quest’ultimo balletto su green pass, tamponi, ingresso, estromissione, terze dosi e varianti, la sensazione è proprio quella di avere a che fare con degli alienati. Gente che vive in una dimensione parallela, del tutto dissociata dalla realtà.

La cosa, per la verità, è sempre esistita: arrivato nei salotti felpati della politica, con l’auto blu che ti aspetta sotto casa, ogni Garibaldi diventa un Metternich. Ma qui, di fronte a un popolo che aspetta un briciolo di verità e sensatezza da due anni, sballottato tra virologi da operetta e ministri da ricovero al neurodeliri, siamo di fronte ad un impazzimento globale: a una recessione delle facoltà cognitive.

Ci hanno stremato a forza di comunicati, avvertimenti, previsioni; ci hanno bombardato di scemenze strologate all’ora dell’aperitivo, regolarmente smentite dall’implacabile realtà: adesso, con quelle belle faccione da impuniti, ci comunicano che essersi sparati tre dosi di non si sa bene cosa serve a poco o nulla, perché c’è in giro la misteriosa e terribile variante omicron. Glisso sul fatto che vaccinare durante un’epidemia ha, come effetto collaterale, una serie di mutazioni del virus. Ne deriva che la maledetta Omicron e, presumo, le future varianti, dalla pi alla omega, non solo ce le dovevamo aspettare, ma erano inevitabili: la vaccinazione, dunque, sarebbe stata solo un’emolliente, non la cura. Ci avrebbe reso meno deboli, meno ospedalizzabili, più resistenti: non immuni.

A proposito: ve la ricordate l’applicazione “immuni”? E i banchi a rotelle? E gli involtini primavera? E tutta la congerie di sesquipedali idiozie partorite da quelli cui dovremmo affidare il nostro destino? Quelli che si sono inventati queste monumentali boiate, non sono stati spediti nelle miniere di sale: sono ancora lì, a far danni e a pontificare. Non sono cambiati: sono esattamente gli stessi che proferivano idiozie due anni fa e che, ahinoi, continuano a proferirne oggi e, immagino, lo continueranno a fare, finchè qualcuno non staccherà loro la spina.

Fatto si è che, a quattro giorni da Natale, non sappiamo niente di quel che sta accadendo e, soprattutto, di quel che ci toccherà a Natale. Tamponi ai vaccinati sì, tamponi ai vaccinati no. Feste di piazza da qualche parte e da qualche altra no. Chi viaggia e chi non viaggia, quarantena sì quarantena no. Uno dice una cosa, un altro dice l’opposto, un terzo smentisce gli altri due. Ma non stiamo parlando di tre ubriachi all’osteria: stiamo parlando di ministri, presidenti del consiglio, leader politici. Di quella che, in un posto normale, sarebbe un’ élite e che, invece, qui da noi, è una succursale del circo Barnum.

Matti, ve lo ripeto: incoscienti o superficiali, se preferite. Io uso il termine matti, perché ho in mente le “pecore matte” di Dante. Solo che, oggi, noi siamo le pecore e i matti sono loro. E la tentazione è veramente quella di mandarli al diavolo, con le loro mattane, le loro trovate, i loro controsensi, i loro rimedi che non rimediano. Eppure, avremmo dovuto capire subito con chi avevamo a che fare: bastava leggere “I promessi sposi”. Perché la mediocrità è sempre la stessa e, purtroppo, è sempre lo stesso anche chi ne fa le spese.

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