COME ROVINARE IL CALCIO CON IL FUORIGIOCO

Se vi è capitato o vi dovesse capitare in futuro, come accade nelle barzellette, di interessarvi a una donna che non sa cosa sia il fuorigioco, fidanzatevi con lei: è la compagna ideale. Perché voi, appassionati di calcio e sfegatati tifosi, potrete rispondere con un sorriso grande così, magari abbracciandola: “Ma è magnifico! Neanche io so cosa sia il fuorigioco! Nessuno lo sa!”.

Potrete così fare sfoggio della vostra cultura sportiva, cacciando sotto al tappeto – davanti ai suoi occhioni blu – la polvere della vostra sottocultura. Durante la cenetta romantica, con aria sicura come se vi toccasse parlare di pandemia o di letteratura del Novecento o di scienza spaziale, con linguaggio leggero e toni distaccati risponderete all’ovvia domanda che certamente vi avrà fatto, lei e la sua aria innocente e disincantata che avrà contribuito a farvi palpitare ancor di più: “Com’è possibile che nessuno sappia cos’è il fuorigioco? Nemmeno gli arbitri, i giocatori, gli opinionisti?”. E voi, allargando le braccia felici: “Ma sì, tesoro! Certo! E’ incredibile, vero? Tutti sanno di virus, di economia, di politica, di alta finanza, di arte, musica… Vedi i social, no? E’ pieno di espertoni, di scienziati, di nientologi che non sanno niente però di tutto. Ma il fuorigioco, amore mio, è un misterioso sconosciuto per chiunque, nessuno escluso”.

L’avrete certamente incuriosita e allora a tavola potrete calare il poker. Raccontatele, come se fosse la trama di un film, che gli inglesi pensarono a tutto per bene quando scrissero il regolamento del giuoco della palla (dite proprio così, giuoco della palla: regala un po’ di ironia all’atmosfera).

Iniziate da due cose facili facili. La semplice rimessa laterale va fatta con le mani per non avere una gittata vantaggiosa, pari a un calcio di punizione o a un rigore. Il corner si batte con i piedi perché è il risultato dell’estremo tentativo di difesa dell’avversario e quindi premia chi attacca. Il fuorigioco… Beh, luce dei miei occhi, il fuorigioco (sfoggiate anche un “offside”, va sempre un certo effetto) nacque anzitutto per evitare che – come nella pallamano o nella pallacanestro che forse la tortorella ama più del calcio – i giocatori vadano avanti e indietro da una parte all’altra: poco spettacolare e molto dispendioso. Soprattutto, nacque per punire i furbi: che ne so, amore, uno che magari non è capace di giocare, ma sta sempre davanti al portiere avversario per dargli fastidio, oppure un altro che sta venti metri dietro ai difensori avversari per farsi trovare sempre smarcato. Pensa, Susy (dai, chiamiamola Susy), che dagli anni Settanta alcune squadre olandesi cominciarono a usare il fuorigioco come una vera e propria tattica difensiva: stavano tutti sulla linea del centrocampo, così ogni volta che l’attaccante avversario scattava, tac!, il guardalinee alzava la bandierina. Il Milan di Sacchi e Berlusconi ha vinto tutto, in questo modo. Susy: “Non perché avevano i giocatori più forti?”. Voi: “Beh, sì, anche…”.

Sarà a questo punto che nasceranno i problemi nel dialogo con la vostra fiamma: l’evoluzione del fuorigioco. Per carità non ricorrete a questa espressione, altrimenti si alza e se ne va. Ditele sorridendo e con ironia: “Ma lo sai, al mondo i furbi sono quelli che vincono sempre. E allora per mettere il bastone tra le ruote alle squadre  come le olandesi o quel Milan, perché secondo loro rovinavano lo spettacolo, cominciarono a cambiare la regola. Una, due, tre, cento volte. Allo scopo, appunto, di migliorare lo spettacolo…” (qui fate seguire una bella risata e prendetele la mano).

“E così, oggi, sei in fuorigioco per un’unghia, il naso, un gomito, una calza, uno sputo, un capello (avvantaggiati i calvi), a corto muso come i cavalli al traguardo (buttatecelo dentro, così avrete un’altra cosa da spiegare più tardi), in piedi o sdraiato. E così annullano uno, due, tre, cento gol ogni weekend, in tutto il mondo. E lo spettacolo ne guadagna, secondo te?” (Ottima idea coinvolgerla con una domanda facile). Susy risponderà: “No, certo che no”.

Brava, Susy! E’ il momento della vostra arringa finale: “E dove sta il vantaggio, secondo te? Semplice! Un arbitro, come sempre è stato, fa andare le partite come vuole lui. Diventa la star assoluta, più dei calciatori, degli allenatori… Ma soprattutto è una manna per giornali, televisioni, pollai: tutti hanno torto e tutti hanno ragione a seconda della squadra cui tengono. Senza differenza. Opinionisti, tesserati, giornalisti, funzionari, baristi, parrucchieri, taxisti, letterati, influencer. Tutti hanno torto e tutti hanno ragione, perché non c’è una verità. E’ un mondo meraviglioso, il calcio, amore mio, specie quando non si gioca”.

Lei sorriderà sbattendo le ciglia: “Lo trovo molto democratico”, e farete un piccolo brindisi.

Quella notte, Susy sarà vostra. Al diavolo il fuorigioco.

Un pensiero su “COME ROVINARE IL CALCIO CON IL FUORIGIOCO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *