L’estate è ora anche la stagione dei ricordi. Forse perché in vacanza il tempo sembra rallentare, c’è più spazio per l’ozio, la lettura e, perché no, la malinconia.
Nella memoria, sembra quasi che gli avvenimenti più belli della nostra vita siano successi d’estate. Ovviamente non è così, ma credo sia esperienza comune quella di ricordare con più facilità episodi legati alla bella stagione. Provate: canzoni, luoghi, storie, sentimentali e non. Le prime che vi vengono in mente non sono forse legate al periodo estivo?
Enrico Vanzina, autore di “Sapore di mare”, un successo legato all’estate ma anche alla nostalgia, in un’intervista recente cita lo sceneggiatore Leo Benvenuti, scomparso nel 2000, che amava affermare che per ognuno di noi ci sono una ventina d’estati utili. Poi si diventa adulti. E tutto cambia. Definizione sublime.
Io amo l’inverno, coscientemente. La luce in qualche modo, formalmente mi disturba. Nei giorni più cupi del freddo sento un’intimità diversa nella mia quotidianità. Ma come è vero che, anche nel mio caso, sono vicina al jukebox dei bagni Milano quando arriva il ricordo più dolce e “Sono solo canzonette” diventa il mio mantra filosofico per affrontare tutte le assurde pesantezze che ci procurano e che ci procuriamo. E il costume giallo che indossavo quando mi misero un pappagallo enorme sul braccio per una foto di ricordo lo rammento come fatto del più morbido tessuto. Il ragazzo biondo un po’ secchione che mi faceva il filo non mi piaceva molto, eppure oggi il suo pensiero mi riempie d’orgoglio. Cara sabbia i tuoi granelli si infilano dappertutto e rimangono, il sole pure pare una luce diffusa ma discreta, la memoria ha attenuato quel bagliore che mi infastidiva.
Che bella riflessione! Grazie