I MISTERI DELLA VITA, MA I TERRAPIATTISTI SONO UN MISTERO

Si riparla di terrapiattisti (hanno tenuto un convegno in un albergo di Roma – cento persone in tutto più altre collegate via Zoom -, dicendo di voler fondare un “nuovo mondo”) e chissà perché viene in mente Gianni Rodari. C’è una sua poesia che parla del cielo e di come esso appaia “uno” ai “tanti” che lo osservano dalla Terra: “Qualcuno che la sa lunga / mi spieghi questo mistero: / il cielo è di tutti gli occhi / di ogni occhio è il cielo intero”. E concludeva: “Spiegatemi voi dunque, / in prosa o in versetti, / perché il cielo è uno solo / e la terra è tutta a pezzetti”.

Insomma: sotto questo grande cielo che è “uno” e che tutti possiamo abbracciare con lo sguardo, perché alla fine ci ostiniamo a dividerci, combatterci, ostacolarci? Se pensiamo ai conflitti, agli odi, alle fratture che riducono l’umanità a un coacervo aggressivo, la posizione dei terrapiattisti – che pure sulle prime ci appare ostinatamente e inutilmente eretica – risulta infine perfettamente coesiva: tutti possiamo concordare che questi cento o poco più sono dei balenghi, e meritano solo ironie e derisione. Anche perché, diciamolo, se le vanno decisamente a cercare: a parte l’assurdità della visione astronomica di una terra fluttuante come una piattaforma (è là sotto che, immaginiamo, sono finiti tutti i palloni da calcio scagliati con troppa prepotenza), adesso c’è pure la pretesa di realizzare un “nuovo mondo”.

Ai media tanto è bastato per prenderli un poco di mira: un titolo sui terrapiattisti attira sempre l’attenzione. Davanti a tanta ignoranza astrofisica, ognuno di noi (anche quelli ripetutamente rimandati a settembre) può sentirsi un Galileo o un Newton. Tuttavia, rimane la curiosità di scoprire perché un certo numero di persone – sia pure esiguo – senta il bisogno di unirsi sotto la bandiera dell’assurdo: non ci sono, forse, abbastanza partiti, circoli, associazioni, enti e organizzazioni di volontariato a cui concedere il proprio tempo in modo più produttivo?

Per tentare di capirlo, purtroppo, bisogna andare un poco oltre il racconto succinto, ironico e spregiativo presentato da media. Si scopre, allora, che c’è un sito ufficiale – ssnuovomondo.org – e che in esso la faccenda della Terra piatta è secondaria se non addirittura assente. Il “culto”, perché così si definisce, saluta il visitatore dicendogli: “Adesso ti dico perché sei qui: perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti; senti solo che c’è. E’ tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo, non sai bene di che si tratta ma l’avverti”. Dopo di che, i sacerdoti del “Culto del nuovo mondo”, o “Culto di ShinSekai” (che in giapponese vuol dire “Nuovo mondo” ed è pure un quartiere di Osaka del tutto estraneo a queste stramberie) passano a illustrare una visione del mondo che importa brandelli di idee qui e là, un poco alla rinfusa: veganismo, teorie no vax (anzi, no medicinali tout court) e filosofia orientale. C’è perfino un richiamo insistito al “Bushido”, il codice di condotta dei samurai, che viene in parte copiato e incollato e non si vede bene come debba essere integrato con chi, poi, è comandato tutto il giorno a “esporsi al sole”, “prendersi per mano”, “scambiarsi valore”, “iniziare e finire i pasti mangiando una mela”.

Insomma: una gran fuffa. L’unica cosa interessante (e illuminante) è la premessa: “Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti”. Cari amici neomondisti: su questo avete ragione. Ragione al punto che forse siete gli ultimi ad esservene accorti: che ci sia qualcosa, molto anzi, che non riusciamo a spiegarci è in realtà l’unica cosa che sappiamo e la sappiamo da millenni. Per questo, nel tempo, abbiamo costruito, templi, laboratori, biblioteche, accademie, scuole e musei. Abbiamo costruito tutto ciò perché ognuno di quei luoghi è a suo modo volto alla ricerca, e a lungo è stata prassi quella di farsi e fare domande prima di dare delle risposte. Il “Culto del nuovo mondo”, invece, è una piccola e bizzarra (ma non troppo) conferma che oggi la tendenza si è invertita: prima le risposte, le soluzioni, le ricette facili e veloci, non importa quanto confuse e sbilenche, poi tutto il resto. Pensate al povero vecchio Kant: una vita ad arrovellarsi sul giudizio sintetico a priori quando sarebbero bastate un paio di mele a sistemare tutto.

Sarebbe allora bello e utile tornare, almeno in questo, agli usi del passato. Andrebbe dunque proposto un “Culto del vecchio mondo”, che certo non era tutto da salvare, ma almeno, di fronte alla nebbia che avvolge l’esistenza umana, qualche volta aveva saputo impostare la rotta giusta.

Un pensiero su “I MISTERI DELLA VITA, MA I TERRAPIATTISTI SONO UN MISTERO

  1. Deful del nuovo mondo dice:

    Il culto del vecchio mondo non serve fondarlo, è già esistente e ci siamo dentro..
    Noi siamo diversi e abbiamo il diritto di costruire un nuovo mondo che più ci assomigli..
    E per la cronaca; non tutti i neomondisti sono terrapiattisti
    Deful

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