I DISABILI MENTALI DI SCAMPIA CHE BULLIZZANO IL COETANEO

La notizia fa subito il giro d’Italia, magari non solo: a Scampia, quartiere della zona nord di Napoli, un gruppo di ragazzi costringe un coetaneo con disabilità mentale a umiliarsi, istigandolo a compiere imprese quali inseguire uno scooter o infilarsi in un cassonetto dell’immondizia. Un divertimento spassoso, dal loro punto di vista.

Quasi superfluo sottolineare che i ragazzi di cui sopra filmano tutto quanto e inviano sui social tramite posta celere, celerissima.

Quasi superfluo anche sottolineare che il video in pochissimo tempo diviene virale, come suol dirsi. L’espressione è talmente consumata che scriverla arreca un poco di nausea, pur ammettendo che il riferimento a virus e morbi non è del tutto fuori luogo. E non parlo di Covid.

Inevitabile indignazione di tutti, o quasi tutti, anche di quelli che corrono, morbosamente appunto, a vedersi il filmato, non bastasse la notizia.

E questa è appunto la notizia, la misera e nauseabonda cronaca. Ma a me pare che le titolazioni di giornali e notiziari non siano appropriate, a me pare non rispecchino la realtà dei fatti. Mi fermo un momento, respiro, ci rifletto, ma ne sono sempre più convinto, qui è in atto una manipolazione della realtà.

La cronaca, la notizia, questo dovrebbe raccontare: gruppo di disabili mentali costringe un coetaneo a umiliarsi. A me pare questa la cronaca aderente a quel che è accaduto. Non è la prima volta, non sarà l’ultima, ma, per quanto spietato e crudo, credo sia opportuno comunicare ai genitori di quel gruppo di ragazzi che i loro figli sono affetti da disabilità mentale, sono handicappati insomma.

Una disabilità per la quale non ho sotto mano la diagnosi, ma che ha a che fare evidentemente con il sadismo, una disabilità che porta irrefrenabilmente a sottoporre il prossimo a crudeltà ignobili, una disabilità ben peggiore di quella conclamata con la quale viene etichettata la vittima delle loro compulsioni.

Lo sappiano i genitori, i loro figli sono disabili mentali, e ci toccherà pure prendercene cura, con i costi che possiamo immaginare, aggiungendo la mestizia per il peso sociale a quella umana, quella che riserviamo allo sconforto delle famiglie per questa penosa scoperta. Sempre che sia una scoperta, sempre che la disabilità dei figli non sia la stessa dei genitori, non possiamo escluderlo.

Qualcuno considera magari scorretto o provocazione quel che vado scrivendo, non so dire, a me pare realtà.

Oppure qualcuno mi dimostri quanto e in che modo la vittima di giornata sia più disabile degli aguzzini.

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