Tumulti al tiggi 1, quello della Maggioni, la quale da sola occupa tutta la scrivania, in largo, e tiene in mano ora gli occhiali, per darsi un tono, ora una penna biro, per ricordare di essere una cronista di quelle vere ed antiche. Perché in Rai l’informazione è un principio in nome e cognome del quale si va ai materassi.
Sono millesettecentosessanta, non i pagliericci ma i giornalisti dell’ente radiotelevisivo, ma sono in fibrillazione massima perché è stata offerta a un estraneo, Rosario Tindaro Fiorello, una striscia diurna che è occupata dal tiggì 1 mattina, share intorno al 18 per cento. Il comitato di redazione si è ribellato, fuori il mercante dal tempio, poi, avendo capito, si fa per dire, di avere pestato una deiezione, ha scritto una lettera aperta all’artista siculo, dicendo di nulla avere contro di lui, anzi è un genio, però, ma, tuttavia, non è proprio opportuno negare centocinquanta ore di informazione agli italiani che ogni mattina non aspettano altro, no, in verità altro esiste, per esempio su Mediaset, programma analogo, “Mattino 5” con share più alto di quello concorrente (23%).
La questione è delicata, la redazione è preoccupata, pare che dietro il contenzioso si muova la stessa Monica, nel senso di Maggioni direttrice massima, i posti di lavoro vanno difesi, quella striscia mattutina non può essere concessa a un comico che dirotta l’attenzione dai guai seri del Paese.
Rosario non reagisce, risulta che sia come il vulcano dell’isola sua ma trattiene la lava, non erutta, segnalato qualche fumo nero, ma la situazione resta critica e ambigua. Gli abbonati abbisognano di una risposta, temono di perdere il volto bello di Ossini Massimiliano che conduce a quell’ora notizie e affinità varie, Fiorello sarebbe uno sfregio, così hanno detto e scritto mostrando il petto, con un moto di orgoglio mai rivelato in altri casi ben più seri.
Non va dimenticata un’altra vicenda sempre sulla stessa rete, il trio Giorgino-Chimenti-D’Aquino sospeso dal giornale della sera e spostato alle tredici e trenta perché si era rifiutato di presentare, per cinque volte in quarantacinque giorni, l’edizione del mattino, allegando addirittura certificato medico. Vorrei vederli a fare una “lunga”, come viene chiamata la notte nei quotidiani, gestendo trenta pagine di giornale cartaceo e, il mattino dopo, presentarsi in riunione e partire per una trasferta ad Ascoli o Avellino, in auto, senza autista. Offro memorie ed esperienze in merito. Ovviamente, non cambiate canale.