GLI ESTINTORI DI SACILE CHE SPENGONO IL CERVELLO UMANO

Una piccola notizia dalla periferia della “Repubblica”, da Sacile, provincia di Pordenone. Una piccola notizia dalla Piccola Venezia, come viene chiamata talvolta quella località, piccola ma emblematica di un certo modo di pensare che non conosce confini: lo si può rinvenire al centro, in periferia, in realtà ovunque, purtroppo.

Nel gennaio scorso, davanti all’ospedale di Sacile, un anziano è rimasto intrappolato nella sua auto in fiamme, vicinissima all’ingresso. Nulla o poco sappiamo, è probabile che l’anziano si sia dato fuoco volontariamente, ma delle ragioni che eventualmente hanno portato al tragico gesto ignoriamo tutto.

L’anziano è poi deceduto e ci dispiace, ma la piccola notizia è anche altro. Durante il Consiglio comunale di pochi giorni fa, una consigliera chiede il motivo per cui nessuno tra gli addetti delle squadre antincendio dell’ospedale sia intervenuto, “delegando di fatto il primo soccorso a due coraggiosi passanti che, proprio all’entrata dell’ospedale, recuperarono gli estintori. Ve ne sono tre nei primi trenta metri dell’ingresso”, come riporta “IlGazzettino.it”.

Il sindaco ha girato la domanda all’Asfo (Azienda Sanitaria Friuli Occidentale) e le risposte che prevedibilmente ci si potevano aspettare erano più di una: gli addetti erano lontani, erano impegnati altrove, erano ammalati, in pausa, gli addetti non c’erano, non ci sono mai stati e così via tutte le possibili giustificazioni, più, meno o per nulla dignitose.

E invece no. La risposta dell’Azienda sanitaria è un’altra: “La pertinenza delle squadre antincendio dell’Ospedale termina dove finisce la struttura: fuori, seppur molto vicino, non c’è competenza alcuna” (sempre da “IlGazzettino.it”). E quindi che volete, aggiungo io.

Il proprio giardinetto, lo steccato che ci separa dal mondo e se qualcuno appena al di là stramazza o ha bisogno di aiuto chi se ne importa. Un modo di pensare pervasivo e che non conosce confini si diceva, un modo di pensare che si sta impadronendo di noi in modo inesorabile. Con l’aggravante, in questo caso, di essere manifestato senza pudore da sua stupidità la burocrazia, da un ente pubblico, uno di quelli che dovrebbero avere in cura la nostra salute per giunta, del corpo o della mente che sia.

Così, senza vergogna, come se fosse la cosa più normale e scontata che ci sia. E probabilmente lo è.

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