La vicenda ha provocato celebrazioni e riverenze, l’almanacco ricorda che con la presidenza dell’imprenditore avellinese il “Zena” è tornato a essere una cosa più seria del passato, in verità non c’è molta cultura della storia e la riconoscenza si apre e si chiude come il mantice della fisarmonica.
Sono arrivati gli americani a sistemare pendenze e progetti, si è appalesato Gustavo Mascardi che, da mediatore di football, si è fatto titolare di un fondo di investimento e dunque chi vuole capire capisca. Sarà l’argentino a fare da ambasciatore genoano presso le istituzioni, con Preziosi osservatore dell’Onu per competenza e conoscenze.
E’ stato volpe e leone Preziosi, mai pecora, anzi si è fatto seguire lui dal resto del gregge, portando in giro buoni calciatori e ricevendo, al riguardo, bonifici interessati e interessanti. Del passato meglio sarebbe non ricordare Saronno o Como e nemmeno lui, Enrichetto che scappa da casa e fugge in Calabria, o che allestisce un garage per vendere giocattoli e poi il tutto diventa non un gioco ma un’azienda e fattura e riesce a convincere Berlusconi.
Insomma un italiano tipico che dopo aver mangiato polvere si ciba di caviale e beve champagne, non si sa mai come, quando e perché, ma avviene e il Genoa sta in serie A e Preziosi conta nelle assemblee di Lega, con quella voce dal ritmo lento, con una grammatica e una consecutio non sempre in linea con l’altro irpino Francesco de Sanctis di cui abbiamo memoria liceale, ma non è certo questo il settore operativo del presidente ormai ex.
La curva genoana non lo gradiva più, il “vattene” era l’invito più cordiale e più economico nella terra in cui anche le parole hanno un costo, dunque il Preziosi ha messo via i giocattoli e gonfiato il sacco con i soldi della cessione. Genova per lui è un’idea come un’altra.