GIOCHI PREZIOSI

Dicono che se l’ha fatto avrà la sua “conveniensa”. Preziosi Enrico ha mollato il Genoa però restando affacciato alla finestra per vedere l’effetto che fa. Diciotto anni non si buttano via con un assegno, pure di centocinquanta milioni.

La vicenda ha provocato celebrazioni e riverenze, l’almanacco ricorda che con la presidenza dell’imprenditore avellinese il “Zena” è tornato a essere una cosa più seria del passato, in verità non c’è molta cultura della storia e la riconoscenza si apre e si chiude come il mantice della fisarmonica.

Sono arrivati gli americani a sistemare pendenze e progetti, si è appalesato Gustavo Mascardi che, da mediatore di football, si è fatto titolare di un fondo di investimento e dunque chi vuole capire capisca. Sarà l’argentino a fare da ambasciatore genoano presso le istituzioni, con Preziosi osservatore dell’Onu per competenza e conoscenze.

E’ stato volpe e leone Preziosi, mai pecora, anzi si è fatto seguire lui dal resto del gregge, portando in giro buoni calciatori e ricevendo, al riguardo, bonifici interessati e interessanti. Del passato meglio sarebbe non ricordare Saronno o Como e nemmeno lui, Enrichetto che scappa da casa e fugge in Calabria, o che allestisce un garage per vendere giocattoli e poi il tutto diventa non un gioco ma un’azienda e fattura e riesce a convincere Berlusconi.

Insomma un italiano tipico che dopo aver mangiato polvere si ciba di caviale e beve champagne, non si sa mai come, quando e perché, ma avviene e il Genoa sta in serie A e Preziosi conta nelle assemblee di Lega, con quella voce dal ritmo lento, con una grammatica e una consecutio non sempre in linea con l’altro irpino Francesco de Sanctis di cui abbiamo memoria liceale, ma non è certo questo il settore operativo del presidente ormai ex.

La curva genoana non lo gradiva più, il “vattene” era l’invito più cordiale e più economico nella terra in cui anche le parole hanno un costo, dunque il Preziosi ha messo via i giocattoli e gonfiato il sacco con i soldi della cessione. Genova per lui è un’idea come un’altra.

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