SE E’ ADDIRITTURA IL PAPA A DENUNCIARE GLI INTRIGHI

Pensavano che Papa Francesco sarebbe morto e si sono dati da fare. Hanno promosso pure degli incontri per preparare il conclave. La notizia viene dal diretto interessato, Papa Francesco, che ne ha parlato durante il suo recente viaggio in Slovacchia, nell’incontro con i gesuiti di quel Paese. La notizia viene da una forte sicura: la “Civiltà Cattolica”. “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto”, ha detto Papa Francesco. “So che mentre ero in ospedale ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.

Intanto si conferma quello che peraltro era già emerso in molte altre circostanze. Papa Francesco è un soggetto molto interessante per il mondo dell’informazione. Non dice pensando di fare notizia, ma dice soltanto perché pensa che sia giusto che si dica. Quindi dà l’impressione di essere, prima di tutto, sincero. E questo fa nascere una specie di innata connivenza fra lui che parla e noi che ascoltiamo. In fondo parla della Chiesa e dei suoi molti problemi come ne parleremmo noi. Il Papa che parla di Chiesa e dintorni non è molto diverso del Papa che sale la scaletta degli aerei con la celebre borsa nera in mano: borsa, si noti, rigorosamente fuori moda, da prete di una cinquantina di anni fa. È proprio lui, ancora una volta.

Stavolta, però, non fa notizia solo il come dice, ma anche il che cosa dice. Dunque, qualche zelante prelato si è dato da fare per preparare il conclave perché pensava che il Papa, ricoverato al policlinico Gemelli, avesse già fissato un appuntamento con la morte. “Grazie a Dio, sto bene”, risponde Papa Francesco. Uno sberleffo in piena regola. Il più classico e il più caustico degli sberleffi. Qualcuno puntava già sulla morte del Papa e il Papa risponde: sto bene. E risponde dalla lontana Slovacchia, mentre è in viaggio. Come a dire: guardate un po’ voi se sono morto. Sono talmente vivo da permettermi questo viaggio che non è mica una passeggiatina nei giardini vaticani.

L’incidente, però, dice molto anche di “certi ambienti” ecclesiastici. “Ecclesiastici”, non “ecclesiali”. Il Papa non ha fatto nomi, ma è ovvio che si tratta forse di vescovi, molto probabilmente di cardinali. Un eventuale nuovo Papa, per molti nella Chiesa, resta ancora una faccenda di preti, di vescovi, di cardinali. E chi se ne importa del popolo di Dio. Lo so che il Papa lo devono eleggere i cardinali, ma questi dovrebbero sentirsi sulle spalle il peso santo di tutto il popolo di Dio, la Chiesa insomma: donne, uomini, giovani, vecchi… Tutti.  E quindi dovrebbero rispettare tempi, leggi, ruoli: tutte quelle procedure che la Chiesa ha stabilito per un evento cruciale come quello. E invece, non solo non rispettano tutto questo, ma organizzano riunioni carbonare, dove si decide prima di decidere, dove qualcuno decide prima e al posto di tutti.

È un’immagine deprimente della Chiesa. E il fatto che siano dei prelati a metterla in pasto al pubblico la rende ancora più deprimente.

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