FORMIGLI, SCENDI DALLA CATTEDRA

L’assassinio di Alika Ogurchukwu a Civitanova è una pagina di cronaca terribile. È inevitabile che inneschi reazioni forti ed è inevitabile che, giusti o sbagliati che siano, inneschi scontri di civiltà.

Quello che dovrebbe essere evitabile è l’uso strumentale della vicenda, a maggior ragione un uso strumentale di un giornalista, uno di quelli che passano come i paladini del pensiero giusto ed equilibrato, se non equidistante.

Corrado Formigli fa il giornalista e fa il conduttore del progarmma “Piazza Pulita” su La7, un bravo ragazzo, direbbero le mamme, anche pronto al fumogeno ogni tanto come dimostrano le manica della camicia rimboccate, ma per lo più allineato al pensiero corretto, giusto, accomodante, che è cosa diversa dal pensiero equidistante e ragionato. Uno, il primo, è confezionato e segue le aspettative, l’altro, va soppesato di volta in volta, induce a interrogarsi, a dubitare, a non fidarsi degli automatismi e dalle facili incasellature.

Il giornalista Formigli, a seguito dell’omcidio di Civitanova, fa una cosa stupida e grossolana, che squalifica lui come giornalista in secondo luogo, mentre in primo luogo mortifica in modo avvilente le persone che stanno soffrendo per quello che è successo.

Scrive Formigli, «nigeriano invalido massacrato a bastonate da un italiano a Civitanova Marche. Attendiamo post indignati di @matteosalvinimi e @GiorgiaMeloni». Un post a caldo che mi aspetto da una mente schierata e pronta alla schermaglia, sia quel che sia l’innesco, non da un giornalista equilibrato, ma evidentemente non così equilibrato, ed equidistante, ma evidentemente non così equidistante, e questo si sapeva, in tutta onestà.

Si possono avere mille, infinite ragioni per avercela con Salvini e Meloni, e io stesso potrei averne non poche, ma qual è il senso di un post come quello? A che titolo Formigli, dall’alto di quale magistero morale Formigli si sente in diritto di scendere così in basso? Serve essere davvero elementare e dover dire che non è pensabile che le posizioni politiche dei due sopra possano esimerli da dichiarazioni e pensieri di condanna? E poi perché, mi chiedo, perché la morte di Alika Ogurchukwu deve essere macchiata con questo squallore, perché, mi chiedo, non perdiamo mai l’occasione di stare in silenzio? Perché invece non ritirarsi in casa, chiudere telefono e social e chiedersi magari se noi, tutti noi, saremmo intervenuti in soccorso, magari ricordando com’è andata al povero Willy, che proprio questo fece, tentare di fermare la furia delle belve umane?

Poi se si vuole posso anche chiedere e chiedermi se a colori di pelle invertiti l’indifferenza sarebbe stata la medesima e la risposta non ce l’ho, ma trascinare questa morte nella palude degli schieramenti politici è quanto di più disgustoso si possa ascoltare. Almeno questo, Formigli ce lo poteva risparmiare.

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