FACCIAMOCI UN GIRO NELLA PAURA

di PIER AUGUSTO STAGI – È il Giro della ripartenza anche se il clima che si respira non è da Liberazione, ma da coprifuoco. Massima allerta, non è ancora il caso di festeggiare o di lasciarsi andare; è bene mantenere le distanze e seguire tutte le normative anti-Covid del caso.

È un Giro così, pieno di significati e attese, ma anche di preoccupazioni e incognite, che vanno dall’emergenza salute a quella meteo, visto che un Giro ad ottobre non si è mai visto e le montagne che questa corsa rosa numero 103 propone sono tutte un’incognita.

La domanda non è chi vincerà il Giro, ma riuscirà la corsa rosa ad arrivare a Milano? Riuscirà a rispettare questo magnifico spartito di tre settimane che vivrà il suo acme su vette da capoGiro come lo Stelvio (cima Coppi 2758 mt), il Colle dell’Agnello e l’Izoard?

Si parte per un Giro per l’Italia atipico e mai visto. Per una festa di maggio che va in scena per la prima volta nella sua ultracentenaria storia ad ottobre, e anche questa già di per sé è una notizia. La festa di maggio nel periodo delle castagne. La corsa di primavera relegata in autunno. In un anno stravolto dal Covid, che ha cancellato il 70% delle corse ciclistiche nel mondo, il Giro prova a riprendersi la scena e prova anche a tenersela. Dopo il Tour (corso ad agosto e vinto dal giovanissimo sloveno Tadej Pogacar, ndr), ecco il Giro.

Si parte dalla Sicilia, con una cronometro individuale da Monreale a Palermo. Si parte subito in salita, come a significare che nulla sarà semplice e scontato in questo Giro della ripartenza, ma anche della resistenza. Non solo per i corridori, ma anche e soprattutto per gli organizzatori di Rcs Sport, che hanno accettato con coraggio questa sfida.

Qualche numero. Al via da Palermo 22 squadre e 176 corridori. Sono 90 anni dalla prima partenza dall’isola, 17 maggio 1930, Messina-Catania. Questa sarà la 9a volta, l’ultima è stata Palermo 2008. A proposito di cronometro, compresa quella di oggi saranno tre: 64,9 chilometri totali: 15,1 a Palermo, 34,1 km a Valdobbiadene e quella conclusiva da Cernusco al Duomo di Milano, altri 15.

Forse anche troppi, per il nostro Nibali, che dovrà subito inseguire il gran favorito, uno su tutti: il gallese Geraint Thomas. Per il 37enne lucano Domenico Pozzovivo sarà la presenza numero 14, come nessuno tra i 176 al via

Il montepremi totale è di 1.499.960 milioni di euro, tra premi regolamentari e speciali. Chi vince il Giro porta a casa 115.668mila euro più 150mila euro, cioè 265mila, come cifre base. Una vittoria di tappa vale 11mila euro, un giorno in maglia rosa 2.000 euro, per le altre tre maglie sono 750 euro.

Come detto Thomas sarà chiaramente l’uomo da battere. Il gallese della Ineos dovrà vedersela con il danese Jakob Fulgsang, il britannico Simon Yates, l’olandese Steven Kruijswijk e il nostro Vincenzo Nibali, sul quale sono riposte tutte le nostre speranze, nonostante i suoi 35 anni. I velocisti? Tutti gli occhi saranno puntati su Peter Sagan, che per la prima volta correrà la corsa rosa. Contro di lui Elia Viviani per il riscatto dopo un Tour a dir poco opaco. Poi Gaviria, Demare e Matthews.

Sarà un Giro protetto e protettivo. Obbligatori i tamponi a 6 e 3 giorni dal via per corridori e staff: Rcs Sport ha siglato un accordo con il Cdi (Centro diagnostico italiano), che seguirà la corsa con due laboratori mobili per effettuare tutti i tamponi del caso. Mauro Vegni, direttore del Giro, ha ribadito che non seguirà la regola dei «due positivi-squadra fuori» che ha tenuto in ansia le squadre al Tour. Il positivo verrà isolato, il team controllato e testato tutti i giorni, ma nessuna esclusione collettiva dal Giro. Niente carovana pubblicitaria. Nessuna tribuna alla partenza e all’arrivo. Rigorosamente contingentata la presenza di ospiti nel villaggio hospitality: il tutto gestito da un sistema di registrazione digitale che consente di controllare in tempo reale il flusso della gente nelle varie aree.

In questo Giro che riparte c’è davvero di tutto e di più: storia e cronaca. Sfida e azzardo. Prosa e poesia. Non mancheranno gli interrogativi di una sfida aperta e appassionante, resa ancora più incerta da condizioni sanitarie e ambientali inedite. Mai come quest’anno la corsa rosa è davvero un romanzo giallo.

Un pensiero su “FACCIAMOCI UN GIRO NELLA PAURA

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Caro Dott. PIER Augusto Stagi ,
    come credo si dovrebbe sempre fare , prima del suo pregevole “Altropensiero “ ho letto il titolo.
    Non me ne vorrà, ma l’ho trovato un invito , più o meno piacevole e condivisibile, a passare una simpatica serata rivedendosi i film di Dario Argento.
    Cosa mai c’entra la paura con il GIRO D’ITALIA ?
    Con l’aria che tira , in cui quel virus bastardo e pure carogna pare sguazzare, certo che si deve essere e si è preoccupati . Altrettanto certo che s’imponga il rispetto delle misure preventive ormai entrate nel nostro quotidiano.
    Il Ciclismo , quella meravigliosa Disciplina Sportiva che si vuole anche metafora della vita stessa , almeno finora non si pratica sulla luna o su Marte , ma tra di noi ed insieme a noi , abitanti di questo Mondo : ovviamente ne assorbe e riflette sia il bene che il male.
    Tutto qua, senza infamia e senza lode.
    Spero anche senza paura.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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