MASCHERINA SEMPRE, QUANTO CI VUOLE?

di CRISTIANO GATTI – Forse ce la fanno. Ma vogliono pensarci ancora bene. Ci stanno pensando da giorni. I numeri dei contagi continuano a salire in tutto il mondo, il presidente degli Stati Uniti non se la passa tanto bene, regioni come Lazio, Campania e Basilicata si sono già portate avanti in proprio, eppure lo Stato italiano ancora non se la sente di prendere la madre di tutte le decisioni: imporre la mascherina sempre, anche all’aperto.

Sai che roba, verrebbe da dire. A una persona di medio buonsenso il diktat governativo non serve, fa già tutto da sola, la mascherina se la mette (sopra al naso) ovunque, senza patire pene infernali e senza sentirsi mutilato nelle libertà individuali. Eppure qui sembra che si debba obbligare il popolo a un sacrificio infernale, come un cilicio arrugginito conficcato nei fianchi giorno e notte. Forse, dobbiamo ammetterlo, anche questo è un segno dei tempi: il benessere ci ha talmente rimbambiti che una mascherina ci crea fastidio e ribellione, con un governo nazionale tremebondo di fronte all’idea di imporla per decreto.

Non ci sono più aggettivi, nemmeno parole generiche, per intrattenersi sui problemi connessi al Covid. Nel lock-down ci dicevamo che la nostra vita era stravolta e che niente sarebbe più stato come prima. Adesso che praticamente ci resta la semplice mascherina, la facciamo lunga e ne creiamo un problemone.

In altri tempi, in altri luoghi, basterebbe un nanosecondo: la mascherina è talmente utile e saggia che non servono molti teatrini, la mettiamo tutti, sempre, ovunque, e fine delle chiacchiere, comprese le interpretazioni e le discussioni su dove, come, quando. Basta una parola: sempre. A prova di ignoranze e di libere applicazioni.

Ce la farà il governo a compiere un passo tanto grave? L’impressione è che per quanto si affretti, arriverà comunque fuori tempo massimo. La maggioranza degli italiani, che non è idiota, fa già di suo. L’aria che tira è più convincente dei decreti.

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