di LUCA SERAFINI – Dal quotidiano “Il Mattino”, mercoledì 29 aprile 2020: “Milano-Napoli tutto esaurito”, titolo. Segue sommario: “Fuga dal nord, è record di prenotazioni. Trenitalia raddoppia le Frecce. Viaggi “sold-out” anche sugli autobus costretti a staccare la metà dei biglietti. Aerei pieni: impossibile partire il 4 maggio”.
Leggendo, la prima reazione è stata lo sdegno. Poi mi è tornato in mente un vecchio articolo di un giornalista che ho amato. Vittorio Buttafava, direttore di “Oggi”, “Epoca” e infine responsabile dei servizi giornalisti della neonata “Canale 5”, scrisse quell’articolo nel 1972 su “Epoca”, dopo che un gruppo di terroristi palestinesi aveva preso in ostaggio 11 tra atleti, allenatori, giudici e arbitri che stavano partecipando alle Olimpiadi di Monaco. Due ostaggi furono uccisi subito, gli altri 9 (naufragate le trattative durate dall’alba a mezzanotte del giorno 5 ) al termine di un furioso conflitto a fuoco di un’ora e mezza, all’aeroporto della città bavarese, in cui morirono anche un poliziotto e tutti i terroristi. Il mondo inorridì, era stata profanata la più grande e antica manifestazione di pace terrestre: i Giochi. Buttafava scrisse, con grande coraggio: “Possiamo soffrire, indignarci, provare rabbia e sdegno, ma non abbiamo diritto di essere sorpresi. I palestinesi vivono in miseria, in un remoto angolo di terra senza patria e senza stato, nutrendosi dell’elemosina insofferente di pochissime nazioni. Era inevitabile che, un giorno, qualcuno sarebbe uscito da quel posto, pieno di risentimento e disposto a tutto pur di rivendicare la sua stessa esistenza”.
Oggi, un solo terrorista invisibile ha fatto più di un milione di ostaggi sul globo e ne ha sterminati decine di migliaia. In Italia stiamo avvicinando a 30.000 morti di o per coronavirus, nonostante i domiciliari cui siamo stati costretti ormai da due mesi. Rischiamo moltissimi altri morti perché la gente si sta ammutinando, arrivando a dichiarare da sola il “rompete le righe”. Tra le pieghe di decreti, autocertificazioni, conferenze stampa, risse politiche da porcile, non riusciamo a trovare indicazioni utili e date precise, rimedi e aiuti concreti, ciambelle di salvataggio sicure. Non vediamo la luce.
Ora, davanti a quei titoli del “Mattino”, viene da piangere pensando ai sacrifici vani. Arrabbiamoci ed indigniamoci, sparando ognuno sul suo bersaglio preferito: il governo o il popolo. Ma non possiamo sorprenderci, davvero non ci possiamo stupire se stiamo arrivando a questo.