ELEZIONE LA RUSSA: SILVIO UMILIATO DAL COLPO DI TACCO ALLA DEMOCRISTIANA

Certi colpi di tacco possono riuscire soltanto a un talento democristiano. Cose per pochi, baciati dalla classe. E i misteriosi voti arrivati per l’elezione immediata di La Russa alla presidenza del Senato hanno tutti i connotati del colpo di tacco alla democristiana. Solo un’anima, una mentalità, un calcolo di estrazione democristiana può arrivare a votare gli avversari per far male agli avversari. Altro che la studiata tattica di Pep Guardiola, questa è roba sopraffina. Faccio eleggere subito La Russa così Berlusconi non riesce più a ricattare la Meloni con i suoi nomi improbabili, tipo la Ronzulli e la Casellati, ma anche con le sue ossessioni non proprio senili, tipo la giustizia e le tv. Così stava succedendo: mentre si andava a votare, Berlusconi teneva per la gola la Meloni con tutta l’intenzione di stringere forte, ponendo le sue condizioni, se vuoi che io voti La Russa tu mi prendi la Ronzulli eccetera eccetera.

Sembravamo tutti a un centimetro dal solito gioco prevedibile e bloccato, il più classico e stucchevole gioco all’italiana, quando dall’altra parte un numero dieci di talento, un fantasista imprevedibile, un genio allo stato brado ha deciso di giocare a modo suo: voti a La Russa, La Russa passa comunque e Berlusconi può usare i suoi sofisticati ricatti da Prima Repubblica per giocare al Piccolo politico. A Prima Repubblica, avrebbe detto Craxi, Prima Repubblica e mezza. Il gioco alla democristiana mandato a ramengo dal più sottile dei giochi alla democristiana.

Mentre Berlusconi esce barcollante, politicamente molto più barcollante di quanto gli succeda fisicamente uscendo dall’urna, tutti a chiedersi chi sia l’autore dell’azione decisiva, che ha scombinato tutte le tattiche alla lavagna. E’ la vera notizia del giorno, molto più dell’elezione di un erede fascista al Senato, cent’anni esatti dopo la marcia su Roma, con tanti auguri perchè stavolta ci vada magari un po’ meglio.

Anche qui, nelle investigazioni del dopo: trionfo alla democristiana. Nessuno che si prenda il merito, nessuno che rivendichi la responsabilità di aver votato La Russa dall’opposizione. E’ un blitz figlio di N.N. Berlusconi accusa Renzi, lo stesso Letta insinua su Renzi e Calenda, ma prontamente questi rispondono cadendo dal pero: impossibile, La Russa ha preso 19 voti dall’opposizione, noi non abbiamo 19 voti. Calenda precisa: caro Letta, prima di insinuare, mi sa ma devi guardare in casa tua, alle spalle. Gli occhi vanno su Franceschini, che dalla scuola Dc è uscito con 110 e Lode, senza dimenticare mai nulla neppure adesso che è un capoccia nel Pd. Ma anche da lì, silenzio. E’ un revival di quando la Dc prendeva il 50 per cento dei voti: non si incontrava in giro neanche un cane che ammettesse di aver votato Dc. Uguale. La Russa deve dire grazie a una chiara invenzione democristiana, ma nessuno vuole questo grazie.

Risultato: la Repubblica avrà un governo di destra, ha già un presidente del Senato post-fascista, ma di fatto continua ad essere imperturbabilmente a trazione Dc. Che non c’è più come partito, ma sopravvive come anima e come spirito. E’ una conferma continua. Qualcuno ci aveva avvertiti: moriremo democristiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *