ARRIVABENE, MA E’ PARTITO MALISSIMO

Arrivabene e le cose vanno male. Un giochino di parole per cercare di capire perché un top manager da 1,2 milioni all’anno non riesca a far funzionare le cose, anzi a farle peggiorare.

Andiamo con ordine. Maurizio Arrivabene sale sulla ribalta pubblica nel 2014 quando viene scelto da Marchionne per guidare la squadra corse della Ferrari. Non una cosa da poco, la Rossa è un marchio di interesse sovranazionale, ce la invidiano tutti (soprattutto le super car da strada): l’effetto è simile a quello per la nomina del nuovo Presidente del Consiglio della repubblica dei motori, viene acclamato come il salvatore della patria. La scuderia di Maranello è da troppo che non vince più e tutti gli italiani si aspettano una svolta. Lui entra dalla porta principale con la sua bella presenza dal piglio fiero, accigliato, di poche parole, sportivo, si capisce subito che si metterà al lavoro per rilanciare i fasti del passato.

Nessuno dà un’occhiata al suo curriculum, bastano il fiuto e la fiducia del mago finanziario abruzzese in grado di salvare il gruppo Fiat dalla bancarotta con la stampella della Chrysler, lasciando a bocca aperta i migliori esperti della materia. Nel pacchetto c’è anche la Ferrari, presa in mano direttamente dal capo, rottamando figure buone per tutte le stagioni come Montezemolo. L’esperienza consolidata di Arrivabene è nel mondo del tabacco, alla Philip Morris per oltre vent’anni, in cui ha gestito il marchio Marlboro conquistando la poltrona più alta nell’ambito commerciale-marketing e degli eventi. Nessuna traccia di risultati vavavuma, certamente si nota una frequentazione di un certo jet set internazionale che gli dà l’allure dell’uomo giusto nei posti giusti. Non guasta di sicuro l’amicizia con un certo Andrea Agnelli, addirittura suo collega per tre anni nella multinazionale americana. Probabilmente questa relazione gli vale in posto nel CDA della Juventus nel 2012, sua squadra del cuore fin da piccolo.

Insomma, le giuste aderenze altolocate ci sono e lui si conquista piano piano lo spazio all’interno della galassia di Torino.

Torniamo ai risultati: zero tituli per cinque lunghissimi anni, la sua gestione del gioiello motoristico nazionale risulterà addirittura peggiore di quella di Domenicali, da lui sostituito perentoriamente. Nel 2018 muore il grande Sergio e l’anno successivo qualcuno dà il benservito ad Arrivabene, sostituito da Binotto, guarda caso la persona con cui aveva avuto più contrasti.

Lui comunque rimane in zona, magari un po’ nelle retrovie, ma non si perde d’animo, finchè Andrea Agnelli lo nomina amministratore delegato addirittura della Juventus, nel 2021. Ci risiamo. Sarà lui che risolleva la Vecchia Signora dalla palude dei più brutti risultati di questi ultimi anni? Il popolo comincia ad avere dei dubbi, ma quantomeno è un uomo Fiat, pardon Stellantis.

I risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti. Squadra in disfacimento, anche nel dopo Pirlo non si intravvede niente di buono, ritorna Allegri, e di simpatico rimane solo l’accoppiata originale dei due cognomi. Non solo prestazioni imbarazzanti (il presidente parla addirittura di vergogna), ma prima ancora una gestione complessiva totalmente e palesemente perdente.

La mia morale potrebbe essere la seguente. Con la pubblicazione della sua retribuzione top da un milione e due di euro, che lo colloca nell’olimpo di colleghi di altri settori produttivi che registrano ben altri risultati e profitti, il re è nudo. E che nessuno sia in grado di prendere decisioni per mettere una pezza ai deficit e ai debiti della società suona come un’offesa non solo alla categoria dei manager, ma anche alla comune intelligenza e al buon senso.

Da ormai otto anni Arrivabene accumula strisce di pessime prestazioni, inanellando con maestria fallimenti e deludendo intere popolazioni di tifosi. Scommetto che, nel frattempo, la sua remunerazione sia cresciuta, in modo inversamente proporzionale a tutto il resto. Ma questo, più che altro, è un problema di chi gliela versa, e più ancora degli azionisti.

Non è che per caso c’è qualche altra società del gruppo da rilanciare?

Un pensiero su “ARRIVABENE, MA E’ PARTITO MALISSIMO

  1. carlo dice:

    Ben detto, Ghe…Io personalmente ” arrivawell ” ce lo vedrei bene all’inter, anche a parametro zero, così gli infligge il colpo di grazia definitivo, anzichè andare avanti ancora con questa agonia di alti e bassi… : )

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