E NON RISULTA ALCOLIZZATO

di ARIO GERVASUTTI – «Vedo che il disinfettante elimina il virus in un minuto. Un minuto. Non c’è un modo di fare qualcosa di simile, iniettandolo? Sarebbe interessante verificarlo». Firmato dottor Mengele? No: Donald Trump. Presidente degli Stati Uniti. Non ci credete? Ci sono le immagini video, le registrazioni, le testimonianze sbigottite di decine di giornalisti accreditati alla Casa Bianca. Qui non sono in discussione le sue idee politiche; men che meno il suo diritto di governare il Paese dopo aver ottenuto un’investitura democratica vincendo le elezioni. I risultati economici del suo “America first” sono a testimoniare che qualche ragione ce l’aveva. Ma può un responsabile di uno Stato pronunciare una frase simile?

D’accordo: a tutti noi al terzo bicchiere di vino in una cena tra compagni di scuola è capitato di lasciarci andare a battute che nella vita pubblica non pronunceremmo mai. Ma Trump non era a una cena tra compagni di scuola, non aveva bevuto tre bicchieri di vino. E soprattutto Trump non è, non dovrebbe essere “tutti noi”. Dovrebbe, deve essere “meglio di tutti noi”. Perché questo è ciò che in una democrazia dovrebbe essere richiesto a chi ci rappresenta, a chi è chiamato a decidere in nome e per conto del popolo. E invece Donald nostro si è confermato il perfetto alfiere dell'”uno vale uno” di grillina memoria. Che ci vuole a fare il politico, l’ingegnere, il medico, l’avvocato, il giudice (soprattutto il giudice!), il giornalista, l’insegnante, lo scienziato, lo chef, il parrucchiere? Basta avere un profilo social e tanti “like”, autoproclamarsi onesto a differenza degli altri, e soprattutto dichiararsi lontano anni luce dalle lobby, dalle consorterie, dai clan. Così puoi entrare a far parte del superclan, quello – appunto – in cui uno vale uno. E a quel punto tutto è possibile, soprattutto se hai alle spalle una discreta forza economica: anche che ti ritrovi a fare il ministro, o perché no il presidente. Dipende da quanti “like” hai. E non diventi solo un politico: sei anche un ingegnere, un medico, un giudice (soprattutto un giudice!), eccetera.

Ma il vero problema non è il Trump di turno, e nemmeno coloro che in un disperato anelito di novità lo hanno issato al comando. Il vero problema sono coloro ai quali non basta nemmeno una frase come quella sul disinfettante per pentirsi e cambiare idea. E soprattutto il problema è che le alternative rischiano di non essere migliori. Ed è qui che il sistema va in cortocircuito. Non resta altro da fare, quindi, che osservare attoniti e divertiti lo spettacolo e ascoltare la battuta successiva: “Il virus sparisce ad alte temperature. Americani, prendete il sole”. L’ha detto davvero. Basta non eccedere con l’esposizione, perché i colpi di sole fanno male. Ma è prevedibile che a quel punto il dottor Donald Mengele sarà in grado di suggerirci il rimedio: iniezioni di aria fresca.

2 pensieri su “E NON RISULTA ALCOLIZZATO

  1. FIORENZO ALESSI dice:

    Egr. Dott. Ario GERVASUTTI,
    Sono ultra sessantenne (e già questo , COLAOmente, oggi contribuisce a farmi girare gli zebedei) , poi ci si metteva fin dalla prima mattina anche il Novello IPPOCRATE Made in USA con le sue prescrizioni sanitarie da Nobel per la Scienza e pure la Fantascienza.
    Roba da far frullare i cosiddetti di cui sopra.
    Mettiamoci un pelino, fisiologico, di ipertensione , e mi sono determinato a metterla sul ridere.
    Dunque ho idealmente invitato lPPOCRATRUMP a sperimentare di persona, giusto per metterci …la faccia, l’efficacia per problemi di emorroidi della “SUPPOST-INA”.
    È la denominazione farmaceutica di un autentico “boom” terapeutico : la SUPPOSTA alla NITROGLICERINA.
    Chi la fa, la ……, dove meno se la aspetta.
    Cordialità.
    Fiorenzo Alessi

  2. Cristina Dongiovanni dice:

    Complimenti Alessi, quella della nitroglicerina è piacevolmente naif e centra proprio sul naso il biondone (a voler essere magnanimi)!
    Povera America, poveri pionieri! Dove andrà a finire la nostra sorellona tutta impomatata di alterigia? Bella scelta questo Presidente cartonato, snervante di idiozie. Ci insegna molto sulla cultura, sul costume di una società troppo impressionista. Ci vorrebbe qualche pennellata di caravaggesca per far osservare meglio questo volto. Lo vedete meglio adesso? Un ingegnere modello, un monumento al decisionismo repubblicano! Il suo savoir faire mediatico commuove fino al pianto disperato, e dobbiamo pure accettare che contempli anche queste piccole sbadataggini, questi hot dog spalmati di biochimica? Si perché sono dell’idea che si può decidere di giocare a shangai con la Cina, erigere muri di medievale ottusità assomigliando a qualcuno che si è sempre odiato e anche riuscire, nel marasma proattivo, a fare qualche bella figura! Si può fare pure i padroni del mondo. Ma se poi se ne sparano a raffica grosse come pianeti senza il benché minimo pudore, senza un barlume di vergogna, e allora cari i miei cuginetti americani, preferisco stare qui in Italia. Almeno quando qualcuno carica la bocca e tira una bomba grossa come mezza nazione nessuno lo perdona.

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