E DICIAMOLO: HA ROTTO I CABBASISI

di TONY DAMASCELLI – Cresciuti a pane e latte con Holmes, Wolfe e Maigret, Marlowe e Colombo, Kojak e Derrick, ci ritroviamo circondati da commissari di vario tipo, Rocco Schiavone (viceispettore) e Rex, in questo caso trattasi di quadrupede, Coliandro, e soprattutto, prima di tutti, “Montalbano sono!”, il più presente di tutti, il più riprogrammato di sempre, più di Totò e di Al Bano e Romina.

Puntualmente la Rai espone sulla bancarella il suo pezzo vintage, come al mercato trattasi di replica, spacciato per ultimissima novità, esclusiva, fresca di stampa e di interpretazione. Il cognome Zingaretti si presta all’uso e all’abuso, quando usmi l’odore delle elezioni “il fratello di” è buono per tutti i tipi di messaggio, le storie siciliane del commissario acchiappano, non c’è sangue a litri come nei film di Tarantino ma l’omicidio ha il suo perché e attorno circolano personaggi tipici del territorio, macchiette e pupi con il grande puparo che spiega, racconta, introduce.

Camilleri se ne è andato da un anno ma il sapore e vapore del suo tabacco, come le cicche penzolanti dalle sue labbra, sono simili agli spettatori incantati dall’affabulazione dello scrittore. In verità Montalbano ha rotto i cabbasisi, non se ne può più, a differenza di Totò di cui tutto si conosce ma almeno stimola la risata, del racconto giallo si conoscono l’epilogo, l’assassino e il mandante, bastano due scene, qualche frase e ritorna alla mente l’intera puntata, presentata come inedita ma tirata giù dall’archivio dell’usato sicuro.

La Rai pensa di babbiare ma la furbata diventa camurria, sono camilleridipendente, colpisce il linguaggio e non la polpa del racconto, il dizionario italosiculo è entrato sulla linea dell’utente desiderato, a conferma che l’abito non fa il monaco ma fa il commissario.

Se la Rai avesse la stessa fibrillazione letteraria, dovrebbe mandare in onda Gino Cervi, la sua pipa, i croissant e il suo fenomenale Maigret. O le repliche di “Giallo club”, dedicate al tenente Sheridan, di nome Ezechiele, di cui si è persa la memoria, con Ubaldo Lay attore interprete, avvolto in un eterno impermeabile meno sconvolto di quello indossato dal collega Colombo.

Lay diventò un mito nei favolosi anni Sessanta, molto più di Zingaretti Montalbano. Dovunque si presentasse raccoglieva applausi e riverenze. Una sera apparve al Palasport di Roma per un match mondiale tra il suo corregionale sardo Burruni e il thailandese Pone Kingpetch. Il grande riflettore inquadrò l’attore, quasi accecandolo, sulle tribune calò il silenzio, interrotto da una sonorissima pernacchia, seguita da una voce: “Ah Sheridà, mo’ prova a ‘ndovinà chi è stato!”.

Zingaretti e il suo Montalbano, certe soddisfazioni non le avranno mai.

Un pensiero su “E DICIAMOLO: HA ROTTO I CABBASISI

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    IL TENENTE SHERIDAN !
    Che bel ricordo , caro dott. Tony Damascelli.
    Di un’età e di un tempo fatto , tutto sommato, di poche cose. Ma veramente BUONE.
    Solo pochi giorni fa , proprio ALTROPENSIERO evocava anche un’altra figura della mitologia infantile per chi ha superato abbondantemente i 50 ( di anni, ovvio, non di km orari) : Cino Tortorella, in arte Mago ZURLI’ , ed il “suo” altrettanto mitologico ZECCHINO D’ORO .
    Chissà perché queste PERSONE sono rimaste nel ricordo di molti ?
    Tra le possibili motivazioni indico la DISCREZIONE , la CREANZA e pure la PACATEZZA con cui, attraverso la TV del tempo, entravano nelle case degli Italiani.
    Tutt’altro STILE rispetto a quell’intrusione URLATA e sovente SGUAIATA che è una sorta di tratto distintivo del modo odierno d’intendere l’intrattenimento televisivo.
    Non parliamo poi dei sabato sera , con personaggi del calibro ( si’ , dico proprio così senza alcuna remora) di Alberto LUPO, Walter CHIARI , Lello LUTTAZZI , il bonario CORRADO , e… compagnia veramente BELLA.
    Almeno ad avviso del sottoscritto.
    In ogni caso, ad evitare un precoce rincoglionimento ed un vero e proprio frullamento degli zebedei a causa del soverchiante pattume propinatoci oggi ANCHE dal cd. mezzo televisivo , resta sempre, per chi lo voglia, il rifugio in un BUON LIBRO.
    Che ne sia autore Camilleri od altri.
    Cordialmente.
    FIORENZO ALESSI

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