E COMUNQUE QUEL TIFO E’ STATO MOLTO PEGGIO DEL NAPOLI

Il Napoli, nella serata da incubo, ha perso due volte: in campo, con l’umiliazione subìta dal Milan, e fuori dal campo, con lo spettacolo mostrato dalla curva B.

Una serata a due facce che ha visto comunque il Napoli uscirne perdente, disorientato e a pezzi. Una sconfitta su tutti i fronti, sia dal punto di vista tecnico che morale, dove il Milan è stato superiore in tutto: sul piano dell’intensità, dell’atteggiamento, della ferocia. Anche del pubblico, con quei 1000 rossoneri pendolari a rubare la scena.

Un Napoli inerme, orfano di Osimhen, ma soprattutto del suo pubblico, il vero punto di forza degli azzurri, che però se n’è infischiato di sostenere i propri beniamini. E nell’anno dell’ormai quasi terzo scudetto lascia tutto questo non può non lasciare almeno perplessi.

Il calcio è passato in secondo piano, per i sostenitori partenopei.

Altro che sostegno. Altro che “esiste solo la maglia“; si sono dimenticati di tutti, persino di quel Maradona che tanto amano invocare nelle loro superstizioni mistiche. Il Napoli domina il campionato, si prepara a riassaporare il gusto del tricolore, 33 anni dopo l’ultimo, ma quel che più conta per il tifo organizzato è solo una guerra interna contro il presidente Aurelio De Laurentiis. Colui che ha reso possibile il miracolo degli ultimi mesi.

Da una parte i Fedayn, il cui leader prima della partita ha parlato a Canale 21 definendo De Laurentiis “un primo attore” e ribadendo che “la piazza è nostra”, ricordando l’indipendenza degli ultras dalla società. Dall’altra il gruppo Ultras 72, in totale disaccordo con i Fedayn.

Quest’ultimi sono arrivati allo stadio – sicuri che tanto il Napoli avrebbe schiantato i campioni d’Italia – con il solo scopo di contestare il presidente. Ufficialmente per il caro biglietti; ufficiosamente a causa del regolamento che ha vietato bandiere e tamburi all’interno della gradinata.

Perché, senza trombette e bombe carta, tifare diventa una noia mortale.

Il gruppo Ultras 72, come detto, non era d’accordo, così come era in disaccordo anche nel voltare le spalle nei primi 15 minuti. Ma sapersi confrontare è roba per pochi, infatti è nata un’accesa discussione finita nel peggiore dei modi. Una mega rissa che ha coinvolto decine di persone per diversi minuti, tra cui individui incappucciati e con occhiali da sole. Persone allontanate a schiaffi e calci pur di creare lo spazio vuoto in segno di protesta. Un fuggi fuggi generale, in cui le famiglie, terrorizzate, si sono ritrovate a scappare prima del tempo a causa dei fumogeni.

Tutto è già finito nelle mani della Digos, che indaga sull’accaduto. Non solo: gli agenti del commissariato San Paolo, durante i servizi di filtraggio per l’accesso allo stadio, hanno sanzionato 20 persone, di cui 3 per aver esibito un biglietto non corrispondente al titolare e le altre 17 poiché trovate in possesso di sostanze stupefacenti.

Una roba vergognosa, soprattutto perché parliamo di una tifoseria che ha 71 punti in classifica in 28 giornate. A dimostrazione del fatto che a certa gente del calcio non importa proprio niente: il calcio è solo il teatro che usano per farsi notare un po’.

Una città da settimane già tappezzata di vessilli che anticipano i festeggiamenti tradita da una parte di tifo che fatica a non farsi riconoscere, finendo in prima pagina alla voce “inciviltà”.

I calciatori del Napoli, per quello che stanno facendo, meritano di meglio. E anche la stessa Napoli. Ma nessuno scudetto potrà mai regalare una tifoseria dello stesso livello.

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