DOVE VUOI ANDARE CON L’AMBIENTALISMO DI PARTITO

Lasciamo perdere le sigle dei partiti, che tanto siamo in Spagna e quindi conosciamo ancora meno che in Italia storia, ideologie e meccanismi politici. In fondo poi sul tema di cui sto per discettare, le fazioni contano poco. Quella famosa parodia popolare “Piove: governo ladro!”, la cui origine ha decine di attribuzioni in tutte le epoche, è lo slogan usato da tutti per dare colpa al potere (destra, centro o sinistra fa poca differenza) di qualsiasi male – o anche semplicemente un fastidio – ci rovini le giornate. Pioggia compresa.

I tempi sono cambiati e oggi l’imprecazione si è trasformata in “Siccità: governo ladro!”. In Spagna, appunto, l’opposizione sta facendo di questa nuova triste satira il suo cavallo di battaglia contro il governo, a proposito di una crisi idrica senza precedenti che, dopo aver messo in ginocchio la Catalogna (32 mesi senza un goccio d’acqua, senza una nuvola), adesso sta ardendo l’Andalusia con danni gravissimi, facilmente intuibili, per le due regioni: semine, raccolti, allevamenti, ma anche sete per la popolazione. Quindi posti di lavoro, economia, vivibilità ed ogni annesso e connesso.

In vista ci sono le elezioni regionali e amministrative del 28 maggio e il tema del clima diventa magicamente il fulcro dello scontro. Il governo si difende sostenendo di aver chiesto tutti gli aiuti possibili immaginabili a Santa Madre Unione Europea, le opposizioni replicano come sia tardi e che bisognasse pensarci prima.

Il fatto è che ad ogni latitudine, ormai, la questione del clima è diventato l’ariete con cui sfondare la sensibilità popolare, nella speranza di un voto facile. E diventa di strettissima attualità, ovviamente, quando ci si sta per avvicinare alle urne. In questo la Spagna davvero non fa differenza alcuna. Tra l’altro parliamo di una Nazione che forse più di ogni altra, negli ultimi anni, ha saputo recuperare posizioni nella scala economica continentale.

C’è più di un ostacolo – tuttavia – che attende ogni governo, anche il meglio disposto e più sensibile, ad ogni latitudine del pianeta quando si parla di interventi per l’ambiente: sono, per una curiosa contraddizione nei termini più che politica, gli ambientalisti. Comprendendo tra loro animalisti, verdi, affiliati al thunbergismo di Greta, vari ed eventuali.

Vuoi creare dighe, ma ci sono i nidi di un animale rarissimo da salvaguardare. Vuoi mettere le pale eoliche, ma deturpano il panorama. Vuoi le auto elettriche, ma alla lunga sono peggio dei diesel. E così di seguito. L’ecologia è l’impero dei “no”, senza che – da una parte o dall’altra – se ne abbia una percezione, se non proprio una conoscenza, dettagliata, approfondita e (soprattutto) apartitica. Qual è il modello di sviluppo economico che abbia le migliori relazioni possibili tra la prosperità e la tutela? Tra l’umanità e l’ambiente?

L’unica soluzione disperata che ci resta è aggrapparci all’intelligenza dell’uomo. Al suo recondito equilibrio che, da qualche parte remota, sarà pure ancora vitale. Credo. Faccio un esempio, essendo il mio lavoro anche lo sport e segnatamente il calcio: si invocano i cambiamenti di certe regole soltanto dopo che, a nostro avviso, è stata danneggiata la nostra squadra. Chi è neutrale, però, si accorge benissimo di quanto sbrindellati e iniqui siano certi orpelli regolamentari.

Non può e non deve essere una questione di fazioni, lo capirebbe anche un bambino. E allora, perché non far sedere le parti in causa a un ipotetico tavolo? Perché non pensare – per una volta – alla causa comune, mettendo da parte gli orticelli propri? Qui ormai nei nostri orticelli non potremo più coltivare nemmeno la scarola e i pomodori, tra poco. Quindi, è possibile che destra centro e sinistra, in tutto il mondo, attingano al cervello per discutere sul tema pià globale del globo, e cioè appunto il clima?

Utopia, direte. Nossignori: la Spagna non è un’eccezione. Si litiga sui problemi del condominio con l’amministratore, il portinaio, i vicini, ma gettare l’immondizia dove puzza di meno e dove può essere raccolta facilmente, è una necessità per tutti. E tutti insieme dovremmo individuarlo, quel luogo, se vogliamo salvarci l’olfatto e difenderci dai topi. O non avremo più sentore alcuno, dalle narici e non solo, dei pericoli irreversibili che stiamo correndo.

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