DOVE SONO I GIORNALISTI D’ASSALTO SULLE LOTTE DI CASA AGNELLI

Ci fu un momento durante il quale era rischioso, in alcuni casi severamente vietato, parlare o scrivere male degli Agnelli, come di altre dinastie imprenditoriali, politiche, nobiliari. Un esempio coincise con l’uscita del film “Il silenzio degli innocenti”: il titolo venne abilmente modificato in italiano rispetto all’originale, che fu conservato in lingua inglese “The Silence of the Lambs”, in spagnolo “El Silencio de los Corderos”, in francese “Le Silence des Agneaux”. Pensate un po’ che cosa avrebbe provocato nelle nostre sale cinematografiche il titolo “Il Silenzio degli Agnelli”…

Oggi il silenzio è stato cancellato da un chiacchiericcio continuo, articoli, inchieste, indagini delle procure, tribunali, guardia di finanza, testamenti non del tutto chiari, una famiglia qualunque, altroché lo stile Agnelli, l’orologio passa dal polsino al collo, anche la Juventus è lacerata dalla gestione scriteriata di un altro erede, Andrea.

In verità la vicenda di Margherita de Pahlen, figlia di Gianni, mamma di John e Lapo, squaderna libri ben scritti e ottimamente rilegati, siamo ai materassi, volano gli stracci, madre contro figli, figli contro madre, avvocati con la a minuscola entrano in campo con frasario da “Uomini e Donne”, la caccia al tesoro non è più un gioco da villaggio turistico, dove sono finiti i milioni, miliardi di Gianni Agnelli?

Lo chiede la figlia Margherita, ma lo chiedono anche i finanzieri, storia di avidità senza alcuna spiegazione e compassione, vergogna e basta, miseria senza nobiltà. Improvvisamente si scopre quello che tutti mormoravano e sussurravano, perché se non tutti, moltissimi di quello stesso censo, dico imprenditori, hanno vissuto la belle époque nella quale era possibile andare all’estero non en tourisme, ma per versare montagne di soldi in località favorevoli, cioccolato, dadi da brodo e banche sicure.

Poi c’è stato il percorso contrario, per timore e coscienza, mentre alcuni hanno continuato a farla franca, impuniti, privilegiati, nel nome della sacra famiglia, però ormai sconsacrata.

Ciò che stupisce non è il silenzio degli agnelli, ma quello della stampa: aspetto con ansia di leggere un articolo o vedere un servizio televisivo di un inviato a Ginevra a pedinare Margherita che lì vive, per sapere dalla sua voce, per capire dal suo sguardo, insomma per fare del giornalismo serio, vero, non certamente quello sguaiato o polemico fazioso di certe trasmissioni Mediaset e Rai (Iene-Report).

Resto in attesa mentre John, figlio, presenta la Ferrari e la Topolino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *