Va bene tutto, va bene il servizio pubblico ridotto a Gardaland, ma questo Amadeus così invadente e onnipresente è diventato oggettivamente una immane rottura di scatole, persino ammettendo che la Rai ormai si aggrappi disperatamente ai risultati del Festival come un sub all’ultima bombola. Sì, Sanremo è questione di sopravvivenza, visti i disastrosi risultati degli ascolti. Ma un limite c’è sempre. Un limite all’invadenza – di Amadeus – e un limite alla pazienza – nostra-.
Ovviamente non si tratta di giudicare Amadeus. Con tutti gli scappati di casa che la Rai propone quotidianamente, Amadeus non è certo da buttare via. Ma non è una questione di qualità: è una questione di quantità. Di dosaggi. A una certa ora, picco di share, la conduttrice toglie il disturbo e puntualmente introduce il bravo presentatore che deve fare un annuncio: faremo questo, arriverà quell’altro, con tanto di geniale calembour “SANREMO SI AMA”, ama voce del verbo amare e ama come Amadeus, neanche a farlo apposta, santo cielo com’è venuta bene questa.
Velo pietoso poi sul teatrino con Fiorello, genere Casa Vianello, basta non vengo più, quell’uomo mi fa paura, mi preme, mi ossessiona, ancora una volta e basta, stavolta è proprio l’ultima. E’ da anni che assistiamo all’ultimissima volta a Sanremo di Fiorello. Il tiraemolla, il dentrofuori, la simpatica gag può essere divertente una volta. Anche la seconda. Adesso però ha proprio saturato, per pietà, fatevi Sanremo a vita e non se ne parli più, però provate a inventarvi qualcosa di nuovo.
In tutto questo, già l’hanno buttata lì: finito questo Sanremo, Amadeus potrebbe subito prepararsi e prepararci a quello dell’anno prossimo. Sarebbe la sesta volta. Ovviamente lo annuncerà in prima serata, in pieno Tg1. Quello ormai è il suo domicilio ufficiale. Appuntamento fisso, al quale non possiamo mancare. Come il 730, stessa simpatia. Enjoy.
L’ingordigia di Amadeus, ha preteso spazio anche per la moglie. Non se ne può più è una vergogna della RAI.
Eh, si, veramente esausta personalmente. E comunque Gatti, Gardaland ha un senso a confronto, soprattutto per i bambini. Ma chi siamo noi ormai se non persone alte che cercano lo zucchero filato in ogni angolo?