DI CHE GENERE E’ QUESTO 2023

Tra le tante cose accadute, cosa lascia questo 2023? A ognuno qualcosa di diverso, legittimo e giustificato, a ognuno resta appiccicato qualcosa di forte e di roba forte c’è l’imbarazzo della scelta.

In coda, come agli esordi ormai da qualche anno, si parla di genere, in Italia come ovunque nel mondo, giusto perché non ci si senta all’avanguardia. In coda, le prime pagine con la Meloni “Uomo dell’anno”, in coda, il siparietto alla Camera dei deputati tra Giorgio Mulè e Cecilia Guerra, signora e signor presidente e viceversa e chi vivrà vedrà.

Il genere genera questioni da anni e il linguaggio è uno specchio che riflette impietoso quel che ci possiamo permettere. Senza negare che le questioni di genere hanno occupato, occupano e occuperanno inevitabilmente ampi spazi nelle discussioni nelle accademie come nelle osterie, le poche rimaste almeno, e senza negare che la questione possa essere ignorata, non mi dispiace richiamare a un certo senso della misura, a un certo senso umano della misura.

La discussione e le diatribe sono giustificate e legittime, ci si interroga perché i tempi lo chiedono e i tempi corrono, filano spediti verso un futuro fluido, liquido e indistinto. Nessun problema, l’umanità ha affrontato sfide ben più ardue, tra barbarie, colonialismi, nazismi e razzismi, ma la sensazione è che l’umanità, l’umanità che può permetterselo, a volte cincischi. Quando l’umanità sta bene, può permettersi di interrogarsi su questioni di genere o di stile ed è giusto e sacrosanto che così sia e ci mancherebbe.

Però, nel Bel Paese come altrove ci sono innumerevoli faccende etiche da sbrigare che non vengono sbrigate (vedi il fine vita) e vorrei capire se davvero sono faccende secondarie rispetto al presidente o presidenta, al ministro o ministra.

Vorrei soprattutto dire, con un po’ di affanno perché comprendo la seccatura in groppa al cenone di San Silvestro, che a proposito di genere sul pianeta Terra ci sono questioni anche più spinose. Vorrei dire che in Iran, ad esempio, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ci sono persone che vengono arrestate, torturate, ammazzate anche solo perché ballano per strada. Ad esempio. Ci sono persone che vengono arrestate, torturate, ammazzate perché fanno buona parte di quello che per noi è normale e scontato: vestirci come ci pare, cantare, suonare, viaggiare, divertirci, scrivere, sottoscrivere, dissentire.

A proposito di genere, ci sono persone che ogni giorno semplicemente chiedono cittadinanza al genere al quale tutti apparteniamo, ma dal quale senza ragione e ragionevolezza sono escluse: il genere umano.

Ci sono uomini e donne che semplicemente un dibattito sul genere nemmeno possono immaginarlo, perché nemmeno essere umani è loro concesso.

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