ALTRO CHE PENTITA, LA FERRAGNI SI RIFA’ IL TRUCCO A SUON DI AVVOCATI

Che invenzione il silenzio. Porta un sacco di cose il silenzio, a volte quelle giuste, a volte quelle sbagliate, ma non porta necessariamente consiglio, come la notte del resto.

Anche la Chiara nazionale, un tempo leggiadra e puntiforme, a insinuarsi in tutti gli spazi disponibili, a un certo punto ha scelto il silenzio. Scelto forse non è la parola giusta, diciamo che aveva poco da dire e quel poca l’ha detto male e piagnucolosa.

Non poteva durare però, se nasci prezzemolo a stare in disparte non ci riesci e comunque vorrai redimerti, non puoi uscire sconfitto e bastonato. Proverai a risorgere e a convincere tutti quanti che anche gli dei cadono e poi si rialzano e lei dea lo era, modestamente.

Si inciampa e ci si rialza e nella fattispecie ci si organizza. Due studi legali di grido, un’agenzia di comunicazione (di grido, certo), e alla natura non si comanda. Se sei nato per portare luce e condurre i fedeli, non puoi sottrarti: non è più tempo di apostoli e discepoli, men che meno di penitenze e redenzione, qui servono avvocati e agenti di comunicazione e PR e stiamo a vedere, può essere che alla fine scopriremo che erano in 12 e che uno magari volterà le spalle sul più bello, quando sembrava fatta. A ognuno il suo Giuda.

Il silenzio a volte chiama il silenzio, a maggior ragione se sei caduto in quel modo imbarazzante, hai alzato lo sguardo e hai scorto il vuoto intorno, senza avere niente di memorabile da affidare ai seguaci, ma qui non parliamo di fede, di uomini, di donne di buona volontà, parliamo di cose ben più importanti.

Qui si parla di imprese, aziende, fatturati, immagine. E reputazione anche, sì, ci sarebbe anche quella. Alla fine può essere che con un buon impianto difensivo, una bella campagna comunicativa, avremo la catarsi, la purificazione, il lavacro che sgrassa e restituisce l’anima candida. O candeggiata. Comunque l’immagine, in fondo quel che conta davvero, in certe case.

Esiste anche un’altra possibilità, che ci convincano che abbiamo tutti avuto le traveggole. Che anche lei è stata vittima di un sistema perverso che l’ha trascinata nel gorgo melmoso e puzzolente, senza che se ne rendesse conto. Esiste questa possibilità ed ha a che fare con l’oppio dei popoli, ma basterà ricordarsi che nessuno può obbligarci a fumarlo.

Comunque sia aspettiamoci la campagna, la campagna della redenzione.

E peccato però. Campagna era la parola giusta, ma lei ha scelto quella sbagliata.

Poteva andarci a vivere, dimenticarci e pure dimenticare sé stessa, almeno com’è stata finora. Lì, in campagna, con zappa e rastrello, sì che sarebbe rinata.

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