COSA C’E’ NELLE PENTOLE D’ORO DI STEFANIA E AMOS

C’è il rischio di non andare in Qatar con la nazionale di football campione d’Europa. Però a Pechino una poliziotta e un aviere conquistano l’oro nel curling.

Altre novità? Beh, lo ammetto, ho seguito la finale come fossero i calci di rigore di Berlino e di Wembley, ma qualcosa in più, il silenzio, nessun urlo contro l’arbitro perché non è previsto in questa disciplina, nessun litigio tra una ragazza e un ragazzo che formano la coppia italiana vittoriosa sul duo norvegese, insomma roba di un altro mondo, di un altro sport.

Accadono anche queste cose alle Olimpiadi, c’è chi storce il naso e il muso dicendo come sia vergognoso che esista in Italia lo sport di Stato come in Corea del Nord. Effettivamente se non ci fossero Polizia, Fiamme gialle, Aeronautica e Carabinieri, gli atleti di discipline varie non avrebbero i denari necessari per praticare (i conti delle federazioni restano misteriosi, il Coni si distingue per la gestione delle poltrone, del potere, delle tessere omaggio, delle tribune d’onore, delle cerimonie e della premiazioni).

Di sicuro Stefania e Amos, i due eroi dello stone e della scopa, verranno celebrati, magari ricevuti da Draghi e premiati da Mattarella, in verità dovrebbero dare lezione di balistica a una generazione sbandata di giovanotti. Anche il modo con il quale hanno festeggiato fa parte di uno sport che arriva dalla Scozia e viene visto ancora come le bocce sul ghiaccio, roba da holiday on ice dei bei tempi.

Stefania Costantini e Amos Mosaner, segnatevi i nomi e i cognomi, tra due giorni lasceranno il posto a Dusan e Zlatan. O no?

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