COME FEDEZ SEPPELLISCE EMANUELA ORLANDI CON UNA RISATA

Un ghigno, prima trattenuto, poi una risata esplosa, preceduta da una breve tirata con il naso. Fedez si fa riconoscere sempre, per la consorte, per i tatuaggi, per i testi delle canzoni, per il vilipendio delle forze armate, per il cosiddetto fiuto imprenditoriale.

Stavolta però, tutto ‘sto repertorio di classe e di immagine è andato a farsi fottere per quella risata idiota sul caso di Emanuela Orlandi. Nel suo “Muschio selvaggio”, il podcast che egli conduce, ospite il giornalista Gianluigi Nuzzi, il rapper ha offerto una riflessione profonda: “Innanzitutto possiamo dire: non l’hanno mai trovata”, e via con l’elegante sghignazzata, mentre l’ospite ha tentato, a fatica, di trattenersi dall’uguale divertimento.

Non c’è da stupirsi, il ridanciano di anni trentatré è fatto così, va preso un tanto al chilo, non dico certamente del cervello, i “ccciovani” impazziscono per lui e signora, il cui conto corrente provoca invidie. Il successo permette alla coppia la qualunque in un mondo di gente qualunque, la volgarità è un segno di riconoscimento, il disprezzo traspare, che dico?, è plateale, nei testi, contro gli omosessuali (da “Tutto il contrario”: “Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing/ Ora so che ha mangiato più wurstel che crauti”) o contro le forze dell’ordine e i politici (da “Tu come li chiami”: “Infami e figli di cani”) e ora contro una ragazza scomparsa, una risata e via.

Non so perché, ma rileggendo queste storie ed osservando i tratti essenziali del desso, mi vengono in mente Bernardo Bertolucci con “La tragedia di un uomo ridicolo” e, subito dopo, la coppia Fruttero & Lucentini con “La prevalenza del cretino”. Ma questa è letteratura, non c’è niente da ridere.

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