COM’E’ CHE IL PAPA’ DI GIULIA SI AVVIA ALLA GOGNA

In un esilarante quanto – oggi – politicamente scorretto sketch del film “Totòtruffa ‘62”, Totò e Nino Taranto fanno coro nel porre a un malcapitato la seguente, sarcastica, domanda: “Tu ci sei venuto, oppure ti ci hanno mandato?”. La citazione casca a fagiolo per rappresentare la situazione di quanti, per una ragione o per un’altra, si ritrovano a fare da bersaglio agli strali del web.

C’è una tendenza – giornalistica, certo, ma sotto la quale si annida qualcosa di più venale e furbesco – a mettere alla gogna chi per imprudenza, ignoranza o per eccesso di sfacciataggine si espone a recitare una parte: quella del “cattivo”, ovvero dell’insensibile, dell’avido, dell’ipocrita e del prepotente. Che queste spregevoli caratteristiche coincidano o meno con la vera personalità di chi si ritrova esposto al pubblico ludibrio è faccenda secondaria: l’importante è ottenere l’effetto, ossia l’indignazione, espressa in critiche sferzanti, insulti, perfino minacce.

A quel punto, si passa alla fase due: registrare la “bufera” del web come se fosse una notizia. Qualcuno, dalla gogna, ne esce a pezzi; altri trasformano il disprezzo in riconoscimento e guadagno, un po’ come fanno quegli attori che si specializzano nelle parti dei figli di buona donna. Insomma, come dicevano i grandi comici di cui sopra, qualcuno alla gogna “ci è venuto”, altri “ce li hanno mandati”.

Vien da chiedersi, ora, a quale dei due gruppi appartenga Gino Cecchettin, il padre della povera Giulia, dopo che i media hanno diffuso la sua intenzione di affidare la cura dell’immagine a una prestigiosa agenzia di comunicazione londinese, agenzia che, di norma, tutela gli interessi di scrittori e autori di fiction.

Che l’opinione pubblica abbia diritto di essere riconosciuta, non è cosa da mettere in discussione. La libera circolazione di opinioni e giudizi, nei limiti tracciati dai reati di ingiuria e diffamazione, appartiene all’impianto genetico di una società sana e democratica. L’impressione però è che del meccanismo dell’indignazione social si sia fatto un giochino automatico, inutile e infine un pochino stancante.

Nel caso di Cecchettin, l’orientamento dei social, anche se non univoco, è comunque deciso. Nel migliore dei casi, l’intenzione di Cecchettin è definita “sconcertante”, ma da lì è tutta discesa. In un momento si arriva al sospetto di cinismo e di sfruttamento della tragedia familiare ai fini di lucro. A quanto si legge, in realtà il padre di Giulia ha scelto di farsi rappresentare da un’agenzia – e da un’agente – per porre uno scudo “professionale” tra sé e i media che della sua storia – e delle sue dichiarazioni – hanno fatto un uso, in molti casi, tendenzioso, volto a sollecitare giudizi morali, condanne etiche e, come già accaduto alla figlia Elena, sorella di Giulia, polemiche destinate ad alimentare l’eterna – e in buona parte sterile – dicotomia tra destra e sinistra.

Vien da pensare che, di fronte all’assedio dei media più aggressivi, dietro ai quali in allerta stanno le truppe dei social come gli orchetti scalpitano all’ombra di Sauron, Cecchettin abbia voluto mettersi al riparo entrando più a fondo nel gioco, il che si è rivelato controproducente: la scelta di un’agenzia “prestigiosa” lo danneggia già per via di quell’aggettivo, incompatibile con il ruolo di padre affranto che tutti, per default, ci aspettiamo debba rivestire come immaginiamo debba essere rivestito.

Naturalmente, nessuno sa che cosa passa per la testa di Gino Cecchettin e se volessimo metterci nei suoi panni dovremmo prima subire il colpo che ha subìto lui: francamente, in giro non si vedono volontari.

Può darsi dunque che la sua precauzione sia inutile in partenza, perché l’inclinazione contro la quale cerca di fare argine è prima di tutto un’inclinazione culturale: parlare e giudicare prima e, se il caso, cercare giustificazioni dopo. Quando una nuova ed eccitante “bufera” sarà comunque alle viste.

Un pensiero su “COM’E’ CHE IL PAPA’ DI GIULIA SI AVVIA ALLA GOGNA

  1. Giovanni dice:

    Una persona normale dopo un lutto del genere farebbe fatica ad uscire di casa. Quest’uomo invece va continuamente alla ricerca della ribalta, dispensando perle di sociologia. Dovrebbe invece meditare sul fatto di non essersi accorto di che pasta fosse fatto il fidanzato di sua figlia

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