“COLPE E COLPEVOLI CI SONO”

A mano a mano che scendono i contagi, parallelamente sale la rabbia. Compaiono anche alcuni avvocaticchi che fomentano la piazza con promesse di illusori risarcimenti, ma al netto dello squallido sciacallaggio ci sono le iniziative serie e dolorose di tante famiglie che vogliono solo la verità sulla morte dei loro cari. Soprattutto, chiedono di sapere se qualcuno deve rispondere di colpe e omissioni, comunque di sottovalutazione e superficialità, soprattutto all’esplosione dei contagi.

La mamma di una giovane vedova, suocera di un giovane genero portato via dal Coronavirus a Bergamo, così consegna il suo sfogo ad @ltroPensiero. Doverosamente, rispettosamente, pubblichiamo:

“Caro direttore, sono Grazia lo Conte, da Ariano Irpino, che le scrive di nuovo. Lei ricorderà che le raccontai la tragedia che ha vissuto la mia famiglia per la morte di Massimo (marito di mia figlia), avvenuta a Bergamo.
Ebbene, il mio dolore e la mia rabbia per il modo in cui è stata gestita la pandemia hanno trovato conferma nelle testimoniane raccolte a Report del 6 aprile.

Gli amministratori locali e regionali non hanno seguito le regole dettate dal governo centrale, come io supponevo, ma le pressioni di CONFINDUSTRIA, che invitava a non interrompere le produzioni, vanto dei Lombardi.

La priorita’ è stata data all’economia e non alle vite di migliaia di persone.

L’indotto produttivo si è fermato lo stesso e l’enorme perdita di vite umane graverà per sempre sulle loro coscienze. Penso ai tanti papà e mamme che hanno lasciato le proprie famiglie senza il loro amore e senza un reddito, penso ai tanti nonni che avrebbero voluto vedere i loro nipoti laureati e sposati.

Le valli bergamasche dovrebbero essere ribattezzate “VALLI DI LACRIME”, perché tali sono diventate a causa della cecità di tanti amministratori, che ora non se la dovranno cavare con “è stata una disgrazia”, ma dovranno pagare per le loro omissioni!

Se avessi 40 anni contribuirei ad alzare le barricate, ma di anni ne ho tanti tanti di piu’ e non posso fare altro che scrivere per condividere il mio dolore e la mia rabbia con le persone equilibrate e sensibili.

Spero che le famiglie delle vittime non siano dimenticate e che gli orfani siano agevolati nella ricerca di un lavoro. Mi auguro che le famiglie colpite non si arrendano e non prendano questo eccidio come fatalità, ma contribuiscano a costituire comitati per la ricerca della verità e per la condanna dei colpevoli.

Si, perché ogni misfatto, ogni tragedia, ogni eccidio ha i suoi colpevoli, che vanno processati e condannati.

Scusi la mia veemenza!

Spero che lei possa divulgare questi pensieri e che sia, con il suo lavoro, sempre vicino alle famiglie colpite.

Grazie sempre e cordiali saluti.

Grazia Lo Conte

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