E così ci siamo giocati pure l’ottimo Cottarelli

di CRISTIANO GATTI  –  Abbiamo imparato a conoscerlo, in fondo anche ad amarlo, quando Renzi gli affidò la missione impossibile: tagliare gli sprechi, meglio nota come spending review (difatti, appena spiegò come fare, Renzi lo buttò giù dalle scale, più o meno).
Poi l’abbiamo tutti ascoltato con tanto interesse – d’accordo o in disaccordo, non è questo il punto – nei suoi frequenti interventi televisivi, quando da vero professore riusciva a spiegare le cose più complesse nel modo più elementare.
Diciamolo: una speranza italiana, Carlo Cottarelli.
Improvvisamente, ce lo ritroviamo al fianco della Carfagna, in questo neonato movimento più o meno culturale, dal nome clamorosamente originale: “Voce libera”.
Senza offesa per la Carfagna, tanto meno per Cottarelli: poteva finire meglio. Direbbero a Novantesimo Minuto: il risultato non è pari alle attese.

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