CHE PENA QUESTA ITALIA-INGHILTERRA NELLA PUERILE GUERRA DEI LUOGHI COMUNI

Banalità, quanti delitti si commettono in tuo nome. E’ banale che gli Italiani, afflitti da sempre da una forma acutissima di esterofilia, guardino alle testate britanniche, perfino alle più scrause, definendole “autorevoli”. E’ banale, del pari, che le suddette “autorevoli” testate, quando si trovino in assenza di idee e in ipossia immaginifica, vadano a rovistare nel ripostiglio dei più vieti luoghi comuni, raccattando facezie indegne. E’, infine, banalissimo, in terza battuta, che i predetti Italiani, trovandosi vittime delle spiritosaggini di terza mano di una di queste “autorevoli” testate, se la prendano a male. E reagiscano nel modo più banale possibile, ossia quello che rappresentava la risposta vincente tra noi, bambinetti delle elementari, quando non si sapeva bene come replicare agli insulti di un coetaneo: mille volte più di me, un grand’asino sei te! Insomma: la fiera della banalità.

Così, il vostro affezionatissimo si ritrova a dover commentare quella specie di battibecco per lavandaie, giocato nelle ultime ore tra “The Economist” e il nostro “Corriere della Sera”. Come ormai quasi tutti sanno, il primo ha piazzato una copertina in cui campeggia una Liz Truss nei panni di Britannia. Avete presente? Quella che “rules the waves” nella celebre canzoncina. Solo che questa dominatrice dei flutti è tricolore e sul tridente poseidonio arrotola il solito spaghetto. E l’ineffabile, quanto catastrofica, premier uscente (uscita, e seppellita da una risata mondiale) è accusata di portare il Regno Unito verso posizioni pericolosamente italiche: Welcome in Britaly, tanto per capirci. Giusto perché Shitland sembrava poco fine. Vabbè, ci siamo abituati: ogni tanto, la stampa internazionale tira fuori qualche copertina non precisamente lusinghiera per noialtri. A poco vale che in larghissime parti della Penisola si mangino polenta e cotechini e il tasso di delinquenza sia inferiore a quello della Svizzera: noi, comunque, nell’immaginario collettivo siamo tutti napoletani o siciliani. Mangiamo gli spaghetti con la pommarola, beviamo litri di caffè, abbiamo dodici figli e siamo, bene o male, tutti mafiosi. Banalità, luoghi tristissimi, gaffes holliwoodiane: che volete farci? Ci siamo abituati e, forse, ce lo meritiamo pure.

Quel che non ci meritiamo, invece, è la difesa d’ufficio messa in piedi dal “Corrierone”, per ribattere alla caduta di stile di una rivista che, per la verità, di stile ne ha sempre avuto pochino. Perché la risposta o, meglio, il cartello di sfida è stato, più o meno: bravi voi, che temete la Britaly, mentre siamo noi Italiani che dovremmo temere la Italbrit: siete mille volte più in braghe di tela voi, compassati gentlemen di Oltremanica, con le vostre esportazioni in caduta libera e la vostra economia al collasso. Poco è mancato che si citasse la “perfida Albione” e si domandasse ai redattori dell’”Economist” dove andassero a nettarsi le terga, in assenza di bidet.

Dunque, se Atene piange, Sparta certamente non ride, perlomeno sul versante dell’originalità e della goliardia: in confronto a questi due paludati contendenti, in materia di genio ironico, Ifigonia è degna del Nobel. Pertanto, il povero scriba si domanda se il vero problema sia la banalità reciproca di due pubblicazioni entrambe, a modo loro, “autorevoli”, o non, piuttosto, la desuetudine alla satira vera, all’umorismo autentico, in questo mondo depotenziato e standardizzato dalla correttezza politica. Gli Italiani con lo spaghetto, gli Inglesi con la bombetta, i Francesi con la baguette che sa di sudore: che noia, ragazzi! Saranno almeno 150 anni che ci rappresentiamo così, coi nostri tinelli bisunti e i loro cessi senza bidet.

Se proprio vi dovete insultare o se dovete proporre ai vostri lettori una specie di disfida di Barletta da quattro soldi, ogni volta che andate in crisi, fatelo, perlomeno, in maniera un po’ originale, un tantino elegante e innovativa. Lasciatemelo dire: farsi “cicca cicca!” da una redazione all’altra mi sembra davvero imbarazzante. E, ovviamente, niente affatto autorevole.

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