CAMPAGNOLO, L’INVENTORE CHE HA CAMBIATO LA BICI E LA CIUCCA

Ha sempre amato due cose: la bicicletta e il buon vino, che poi sembrano due cose distanti, ma alla fine non lo sono affatto, soprattutto se ci si trova a parlare di una figura come Gentullio Campagnolo, detto Tullio, l’inventore del famosissimo cambio che ha segnato la storia della bicicletta: dalle tappe ai tappi.

Inventa il cambio moderno, perché in verità un cambio c’era già, ma era piuttosto macchinoso e complesso da utilizzare, con una leva sulla ruota posteriore. Soprattutto ci si doveva fermare per cambiare la ruota libera posteriore con i rapporti adatti a scalare montagne. L’idea a Tullio venne in corsa, perché era corridore. Corridore “indipendente”, cioè fai da te, senza alcuna squadra o casa, come in quel periodo si chiamavano, senza nessuna assistenza: aiutati che Dio di aiuta, questo era il ciclismo degli Anni Venti, del Secolo scorso, però.

È sulla cima del Croce d’Aune che Tullio ha l’illuminazione. Poco dopo aver visto la Madonna per il dolore alle mani che sono letteralmente ghiaccio e l’impossibilità quindi di sbloccare la ruota posteriore, Tullio ha l’idea che cambierà la sua vita e non solo. Corre l’anno 1927. È il 4 novembre. Tullio è in corsa, ma come ricorda mirabilmente Gianni Brera in un libro dedicato a questo genio della meccanica applicata alla bicicletta (“Il Gigante e la lima”, ndr) capisce che “c’è da cambiare qualcosa dietro…”: si dice che l’idea dello sgancio rapido, primo brevetto di Tullio Campagnolo, sia nata proprio a partire da questo episodio.

Oggi in cima al Croce D’Aune, poco prima del cartello che segna il Passo ai 1.011 metri sul livello del mare, c’è un monumento a ricordo di “Tullio Campagnolo, inventore”.

 

E inventore lo è per davvero, perché di cose ne ha create un’infinità: anche un cavatappi, dicevamo. Sì, un cavatappi. Quello con le caratteristiche “ali” d’estrazione risale al progetto di Dominick Rosati che nel 1930 lo progettò per primo, ma una versione più moderna e di culto è da attribuire proprio a Tullio Campagnolo, che realizzò il famoso “BIG” Campagnolo nel 1966. Un cavatappi con una campana telescopica autocentrante che posiziona il vermiglione esattamente nella parte centrale del tappo e una volta avvitato, le due leve fanno uscire con assoluta facilità e delicatezza il tappo, evitando di dare scossoni alla bottiglia o sbriciolare sugheri. In più è concepito per non forare mai la parte inferiore del tappo.

Getullio Campagnolo detto Tullio non solo ha cambiato il modo di andare in bicicletta, ma anche di aprire le bottiglie. Per questo in Veneto e non solo, per tutti era semplicemente il diVino.

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