NESSUNO PUO’ INSEGNARE IL “VUCA” A NOI ITALIANI

La coerenza è una brutta bestia, tutti la invocano e addirittura la idolatrano, ma pochi la praticano. Nella vita privata e nel mondo delle aziende allo stesso modo, solo che nel secondo caso se ne fa una ragione di stato, spesso solo a parole. Nel suo nome, si giudica, si fanno proclami, si pretende, si costruiscono alibi, si fa e si disfa.

Recentemente sono stato testimone diretto di un’esperienza davvero eclatante. La doverosa premessa è che nelle organizzazioni si tengono regolarmente corsi di aggiornamento, nelle multinazionali si è molto attenti ai cosiddetti “business trend” per mettere in condizione i manager di lavorare al meglio. Uno degli ultimi concetti in gran voga, espressi spesso in acronimi modaioli, è il VUCA world (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), coniato da due professori americani negli anni ’80, che esprime il senso di incertezza e di instabilità che serpeggiava già allora, ma che qualche scuola di business ha riscoperto adesso e ha fatto rivivere. Visto come va il mondo oggi, direi che è molto attuale, e docenti di tutto il globo ne fanno corsi professionali per insegnare come attrezzarsi nell’affrontare tutto questo cambiamento.

Niente di nuovo e niente di trascendentale, però ben spiegato e ricco di spunti per potersi migliorare. Nel mio caso il tormentone ha preso una piega così importante in azienda che lo sento nominare a ogni piè sospinto e a qualsiasi livello. Non c’è riunione internazionale in cui qualcuno non nomini VUCA come fosse un mantra propizio a cui allinearsi con fervore.

Veniamo al dunque e alla realtà dei fatti. La vita vera è piena di insidie, venerdì 17 febbraio scorso il governo cala la mannaia sui bonus green, decretando praticamente la fine degli incentivi che hanno fatto crescere mercati di tanti settori, fatturati, ma insieme anche frodi e mala gestione. L’immediata conseguenza è il blocco delle vendite, ordini congelati, previsioni nefaste per il futuro. Si corre ai ripari, si rifanno i conti, si mette mano alla pianificazione. Si ridiscute anche il budget dell’anno, vero moloch intoccabile dentro le multinazionali. Mi preparo a spiegare cosa è successo e inizia il mio road show virtuale con tanti interlocutori, che vogliono capire bene. Tanto per mettere le mani avanti, ricordo che a ottobre dello scorso anno – periodo in cui si definisce il budget dell’anno successivo – avevo formalizzato il grande rischio di un possibile stop, visto il cambio di guardia al governo. Ma non basta, ovviamente. Adesso tutti vogliono sapere i dettagli, il perché e il percome, partono gli interrogatori “Mr. Magri, pls explain, abbiamo un budget e non possiamo avere deviazioni così grandi, un impegno è un impegno, lei deve capire”. Insomma, l’imprevedibilità spiegata benissimo nei corsi, ma non accettata nei fatti. C’è nervosismo e poca pazienza nel comprendere, un’incoerenza totale tra il dichiarato e il praticato. Un panico professionale ingiustificato.

Forse perché noi italiani siamo nati già VUCA, modestamente, e il nostro istinto primordiale è quello di adattarci alle emergenze e al nuovo, in nome della nostra famosa flessibilità intellettuale (con tutte le perverse declinazioni): fatto sta che siamo pronti ai rovesciamenti di fronte, non abbiamo tanto bisogno di supporti teorici, ci rimbocchiamo le maniche e affrontiamo subito i nuovi scenari. Con serietà e serenità, con sangue freddo e con il coraggio di chi sa che il mondo può andare così. Senza acronimi o sofisticate formule concettuali che ingessano il cervello. Coerenti soprattutto con noi stessi.

Un pensiero su “NESSUNO PUO’ INSEGNARE IL “VUCA” A NOI ITALIANI

  1. Nicola dice:

    Quando il VUCA non basta.
    In una scuola di Management e con Fiorello come docente, per la risposta sarebbe bastata la sostituzione di una consonante, ma non tutti l’avrebbero compresa, soprattutto all’estero. Nei fatti avrebbe avuto solo la funzione di risvegliare le persone dal mondo dei sogni, portandole nella realtà terrena, condizionata dalle leggi della fisica, nella quale l’effetto di un’accelerazione non è infinito come nello spazio. La presentazione di un risultato aziendale è diventata uno show, condizionato dalla necessità di far sorridere lo spettatore per sempre, anche a costo di una paresi facciale. La realtà è diversa e condizionata da fattori che possono far crescere velocemente un comparto, ma con la consapevolezza che questo presto finirà e sarà vincente chi per primo si sarà organizzato per accettarlo ed avrà predisposto un programma per il giorno dopo. La globalizzazione ha portato tutti a navigare in mare aperto ed amplificato ogni fenomeno. Quando il vento alza le onde, qualcuno si diverte a surfare, qualcun altro sta male. Un bravo Capitano conduce in porto la sua nave attraversando il mare in ogni condizione. Quando le onde sono alte 9 metri, non chiedi al Capitano come mai sono diventate così alte, ti auguri solo che abbia il manico per superarle…. e lo lasci navigare.

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