CAIRO, IL CALCIO NON LO AFFOSSA IL GOVERNO: BASTATE VOI

Urbano Cairo stuzzica Giorgia Meloni. Ovviamente nel senso politico. Il presidente e amministratore delegato di RCS Mediagroup è anche il proprietario del Torino calcio e non ha gradito la decisione governativa di tagliare il decreto crescita, al secolo le agevolazioni fiscali per i calciatori provenienti da campionati esteri.

Prima ha mugugnato e, sui fogli di sua proprietà, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, ha fatto illustrare il dissenso, quindi è sceso direttamente in campo dicendo che “sembra quasi che il governo voglia affossare il calcio”.

Basterebbe dare un’occhiata veloce ai conti della serie A per capire che chi ha affossato il calcio non è questo governo di destra e nemmeno quelli di sinistra, il football italiano ha i conti disastrati per colpa proprio dei presidenti e degli amministratori delegati che hanno distrutto bilanci e progetti, trascurando il settore giovanile per mettere le mani su calciatori stranieri non meglio identificati e gonfiando il conto corrente dei procuratori di ogni dove.

Giulio Onesti, capo del Coni, nel 1958 così disse: “La nazionale di calcio rimane la più fiacca e mediocre rappresentativa che lo sport italiano possa esprimere in qualsiasi settore. Il nostro paese è depresso economicamente, ma diventa l’eldorado per gli atleti stranieri. Ciò conferma ancora la crisi del nostro calcio, che non sa produrre calciatori, e la leggerezza di certi dirigenti di società che si fanno guidare dal tifo, cioè da un impulso irrazionale. Eppure tra questi dirigenti vi sono spesso degli operatori economici che si ingegnano, con assiduità e intelligenza, per creare nuova possibilità di lavoro alle aziende e ditte a cui presiedono. E’ ammissibile che, nel medesimo tempo, essi importino lavoratori dall’estero a condizioni folli? E come si conciliano le spese da nababbi con le disastrose situazioni dei bilanci delle società? Oggi, noi ci facciamo ridere dietro da mezzo mondo, come i ricchi scemi del calcio. E come se non bastasse è venuta fuori la trovata dell’oriundo che ha ormai la sua letteratura. Nonostante una simile profusione di mezzi e di invenzioni, il calcio italiano è stato escluso dal campionato del mondo del 1958”.

Urbano Cairo, all’epoca, aveva compiuto un anno. Altre novità?

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