CACCIA ALL’ORSO DA TASTIERA

JJ4 non è un nikname, è il nome dell’orso che lo scorso mese di aprile uccise Andrea Papi, il 26enne runner che stava correndo sul monte Peller, in Trentino, nei pressi di casa sua.

Ora sappiamo però che nascoste dietro ad un nikname ci sono diciotto persone che sono state indagate a Trento, dopo la chiusura dell’inchiesta per la denuncia presentata dalla famiglia Papi, che si è ritrovata a vivere dopo la tragedia per la perdita di un figlio anche l’infamia di una moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea (nella foto), descritto da questi hater senza rispetto alcuno.

I Pm trentini ipotizzano il reato “di diffamazione alla memoria” del giovane morto a Caldes, nei sentieri dei boschi sopra casa. All’indomani della tragedia, sui suoi profili social sgorgarono decine di insulti, da parte di questi “webeti” da tastiera, che la famiglia giustamente ha deciso di denunciare alle autorità competenti.

Gli atti giunti dieci mesi fa in Procura parlavano chiaro: “…prendere le distanze da chi estremizza l’esigenza di tutela degli animali a discapito del rispetto per la vita umana, strumentalizzando le dichiarazioni e colpevolizzando il comportamento di Andrea, la famiglia Papi si vede costretta a depositare formali atti di querela a tutela della verità e della memoria di Andrea, sempre più vittima, assieme alla famiglia, di chi ritiene che sui social si possa scrivere qualunque cosa”.

Dopo il prezioso lavoro svolto dalla polizia postale, questi leoni da tastiera nascosti dietro l’effimera protezione dell’anonimato, ora dovranno difendersi mettendoci la faccia con tanto di nome e cognome, a conferma che la vita, fino a prova contraria, è ancora reale e per questa ragione il dolore di una famiglia va rispettato, così come la memoria di un ragazzo che non stava facendo nulla di male, se non una corsa nei boschi.

Reali sono le responsabilità che ognuno di noi ha, per quello che fa e per quello che scrive, anche se taluni webeti pensano sia sufficiente nascondersi dietro una sigla, manco fossero la povera JJ4, una mamma orsa spaventata e protesa a difesa i propri cuccioli. Non so se sia giusto catalogarli come leoni – di cui nutriamo tutt’altra considerazione – tutt’al più in qualcosa che assomiglia e che ha lo stesso suffisso, oni.

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