ARBORE SBARACCA LA RETORICA

di JOHNNY RONCALLI – Ci vuol poco a dire cose intelligenti.

In coda al TG2 della sera, nella rubrica “L’era del Coronavirus”, sfilano personaggi più o meno illustri del mondo della cultura e dello spettacolo, chiamati a dire la loro in modo confortante sui tempi correnti.

La retorica si spreca, dire qualcosa di sensato, e in modo sensato, che non sia brodaglia riscaldata non è facile, va riconosciuto, ma la dichiarazione non è estorta a bruciapelo, ci si può preparare, se proprio un’intuizione non sopraggiunge o non si hanno brevetti a portata di mano.

Poi arriva lui, senza preamboli arriva al sodo: “Noi artisti in vista ci sentiamo in colpa”.

Lui sarebbe Renzo Arbore, del quale risparmio, anche per indolenza mia, vita e miracoli. Evito di produrmi in pompose biografie e mi limito a evidenziare che difficilmente ha mancato il bersaglio.

A cavallo tra scuole elementari e scuole medie, le mie, “L’Altra Domenica” fu la prima incursione in un mondo parallelo, fuori dagli schemi, senza dover ricorrere a volgarità o villanie.

E senza volgarità, villanie e banalità sono sempre i suoi interventi.

Senza prendere la rincorsa, salta l’asticella della mediocrità: laddove la maggior parte dei colleghi si avventura in territori triti e retorici, tra libertà negate, prigionia, alienazione, ne usciremo più forti, ce la faremo, uniti di qui, uniti di là, lui il pensiero lo rivolge ai colleghi meno titolati, meno fortunati, ai lavoranti che tengono in piedi la baracca, agli artigiani del mestiere.

E siccome è un signore, si guarda bene dall’usare la prima persona singolare. Dice NOI ARTISTI IN VISTA. Siccome sa di esprimere un pensiero nobile, ne estende la paternità a tutti gli artisti in vista, compresi quelli ai quali la possibilità di sentirsi in colpa viene in mente giusto perché c’è qualcuno che glielo ricorda.

Ci vuol poco a dir cose intelligenti e sensate. Basta esser signori, e lui, modestamente, lo nacque.

Un pensiero su “ARBORE SBARACCA LA RETORICA

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr.Dott. JOHNNY RONCALLI,
    È palese la sua dichiarata giovinezza (si può dire od è politicamente scorretto ? ) nel richiamare L’ “ALTRA DOMENICA” come trasmissione per lei emblematica …a cavallo tra le elementari e le medie .
    Non ha avuto , dunque, la gran fortuna di seguire , adorandola, la …scuola radiofonica di “ALTO GRADIMENTO “ , dell’imbattibile tandem Gianni BONCOMPAGNI e Renzo ARBORE.
    Ho detto RADIOFONICA , per rendere evidente non tanto l’epoca , comunque successiva al Medioevo , ma soprattutto la FANTASIA , prerogativa assoluta della radio, che potevamo sbizzarrire ascoltando le performances degli stravaganti e spassosi “personaggi” che imperversano nell’etere (si usa dire ancora così ? ).
    E quella bella persona che stimo Renzo Arbore , “qualifica” che preferisco anteporre al “titolo” di artista , era …com’è tuttora . Di una gradevolezza da incontro tra amici di vecchia data , e di un sollievo che vale quanto una affettuosa carezza.
    Per non pensare , ahimè, che nonostante lo scorrere del tempo , ancor’oggi….” L’UOMO È UNA BESTIAAA !!!”.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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