ANCHE UNA RIVISTA PUO’ SALVARE IL MONDO

Due aziende di visionari, come si definiscono nella presentazione, hanno tenuto a battesimo la loro rivista interamente dedicata alla salvezza del pianeta: “Humane world magazine”. Una è “Forema”, società di formazione del sistema confindustriale, l’altra è “Galileo visionary district”, realtà differenti ma con lo stesso obiettivo: la crescita delle persone e della competitività delle imprese attraverso la sostenibilità.

La collaborazione per la realizzazione del magazine ha uno scopo chiaro e diretto: rendere il pianeta in cui viviamo un posto migliore. Il progetto è ambizioso, parlando esplicitamente di utopia mettendo in comune le loro esperienze e competenze.

“Forse saremo dei sognatori, ma ci siamo resi conto che il futuro non aspetta i tempi lenti dell’umano. Abbiamo così deciso di comunicare a più persone possibili che un modo diverso di vivere è a portata di mano, basta soltanto vincere la pigrizia, l’inerzia e la paura del nuovo per riuscire a raggiungerlo. Magari non sarà così immediato, saranno necessari tempi lunghi per metabolizzare i cambiamenti indotti da un mondo che corre veloce, ma se non iniziamo a considerarli, mai arriveremo a raggiungere il nostro obiettivo. Potremmo fare scelte diverse, perché no? Forse, come afferma Jonathan Franzen nel suo ultimo libro ‘La fine della fine della terra’, è anche già troppo tardi e la catastrofe sembra imminente. Eppure forse un barlume di speranza c’è ancora se, come scrive nell’epilogo, ‘anche in un mondo che muore continuano a nascere nuovi amori’. E noi è su questo che contiamo, convinti che valga comunque la pena tentare”.

L’iniziativa, presentata a Palazzo Madama nella sala “Caduti di Nassirya”, ha ottenuto egida e appoggio della vicepresidente della Confindustria con delega alla sostenibilità, Maria Cristina Piovesana, e di Antonio De Poli, presidente UDC. Nella conferenza stampa di presentazione, si è parlato di “valorizzare il capitale umano” che non viene iscritto a bilancio come i macchinari, ma costituisce “il patrimonio essenziale del mondo del lavoro, nella formazione nell’innovazione”. I progetti nascono dai cervelli e vengono realizzati attraverso la tecnologia: oggi più che mai è necessario mettere in primo piano il rispetto dell’ambiente, in qualsiasi attività lavorativa. 

“Humane world magazine” ha un sommario molto significativo già sul suo primo numero. Primo titolo: “Energia in circolo” (#ENERGIA IN CIRCOLO), un’iniziativa artistica per il recupero e il riutilizzo degli oggetti di scarto, a partire da Milano dove saranno coinvolti gli abitanti in collaborazione con Enel Energia. Gli oggetti e i materiali raccolti saranno affidati a Dario Tironi, che con essi realizzerà nuove opere d’arte da esporre in pubblico. Poi un approfondimento su “COP26”, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Glasgow dal 31 Ottobre al 12 Novembre 2021, sotto la presidenza del Regno Unito. Un terzo articolo è dedicato a “Make the Label Count”, campagna lanciata da una nuova coalizione internazionale di organizzazioni per chiedere alla Commissione Europea di garantire sull’abbigliamento etichette di sostenibilità trasparenti, complete e accurate. Infine, un articolo dedicato all’Overshoot day, il giorno del sorpasso che è ormai una costante da 15 anni: la data drammatica in cui l’uomo ha consumato tutte le risorse biologiche rinnovabili che il pianeta produce in un anno. Nel 2005 cadde il 25 agosto, poi sempre prima, fino al 29 luglio nel 2019. Con il lockdown il triste anniversario è stato posticipato di un mese, il 22 agosto, e le emissioni di carbonio sono scese del 14,5 % grazie alla flessione dei consumi energetici. Nel nostro Paese abbiamo risparmiato 1,5 miliardi di cibo (-25%), annullando gli sprechi, riciclando in cucina gli avanzi, prestando una maggiore attenzione alle scadenze degli alimenti, fino alla spesa a chilometro zero. Basterebbe soltanto che questo si verificasse a livello globale per ritardare l’Overshoot Day di 32 giorni.

Una lettura preziosa che prelude all’azione, all’impegno. “Humane world magazine” ci regala un’utopia, speriamo non illusoria, affidata alla buona volontà di ciascuno di noi. Un’utopia riservata a chi ancora conserva un briciolo di fiducia nei confronti dell’uomo, nella speranza di trasformarla in realtà. 
 
 

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